“C’è tanta incertezza: la pressione sulla catena del valore costituisce un freno per il potenziale delle esportazioni”. È il quadro tracciato da Maurizio Tarquini, Direttore generale di Confindustria, durante l’audizione alle Commissioni riunite Bilancio di Senato e Camera sulla legge di bilancio. Tarquini ha sottolineato come “l’innesco della spirale dei dazi e le tensioni geopolitiche abbiano portato l’incertezza ai massimi storici”, condizionando pesantemente la competitività delle imprese italiane. Ma, ha aggiunto, “quest’anno si comincia a percepire il beneficio di avere un Governo stabile, questo è un dato di fatto”.
Secondo Confindustria, parte della crescita del Pil registrata nel 2025 è legata principalmente all’impatto del Pnrr, ma la dinamica resta debole:”«La preoccupazione è che queste crescite sono dello zero virgola e, se vogliamo risolvere il problema del debito, serve una crescita più alta”, ha evidenziato Tarquini.
Guardare oltre
Il Direttore generale ha poi invitato l’esecutivo a guardare oltre la manovra attuale, definendola “una gamba di quello che il governo prevede o vuole fare per il 2026 e per gli anni successivi”. Per completare l’impianto delle politiche economiche, ha aggiunto, “servono altre due gambe: la rimodulazione del Pnrr e l’atteso intervento sui costi dell’energia”.



