Con una cerimonia solenne presieduta dal patriarca romeno Daniel e dal patriarca ecumenico Bartolomeo I, la Romania ha inaugurato domenica 26 ottobre la Cattedrale della Salvezza della Nazione, considerata la chiesa ortodossa più grande del mondo. L’edificio, alto 127 metri e decorato con 25.000 metri quadrati di mosaici, domina il profilo urbano di Bucarest e può accogliere fino a 8.000 fedeli al suo interno, mentre la spianata antistante è in grado di ospitare oltre 100.000 persone. La cattedrale è il frutto di un progetto avviato nel 2010, durato 15 anni e costato circa 270 milioni di euro, in gran parte finanziati dallo Stato. La sua costruzione ha suscitato forti dibattiti in Romania: da un lato è vista come simbolo di identità nazionale e spirituale, dall’altro è criticata per l’elevato impatto economico in un Paese che affronta gravi difficoltà sociali e infrastrutturali. Durante la cerimonia di consacrazione, alla quale hanno partecipato 65 vescovi, 70 sacerdoti e 12 diaconi, è stata benedetta anche la campana da 25 tonnellate e la croce più grande del mondo, del peso di 7 tonnellate. L’edificio è dedicato a “Cristo asceso al cielo” e ospita anche un museo, portici monumentali e 27 porte di bronzo, ciascuna del peso di 800 kg. Secondo l’agenzia Bloomberg, l’inaugurazione avviene in un contesto di forte polarizzazione politica tra nazionalisti e liberali, e di crescente deficit di bilancio per la Romania. Alcuni critici sostengono che i fondi impiegati per la cattedrale avrebbero potuto essere destinati a sanità, istruzione e trasporti pubblici. Nonostante le polemiche, la Cattedrale della Salvezza della Nazione si afferma come nuovo epicentro religioso e culturale dell’Europa orientale, e come testimonianza della potenza simbolica della Chiesa ortodossa romena.



