“Il testo bollinato della manovra 2026 prevede 2,4 miliardi di euro aggiuntivi per la sanità. È certamente un segnale importante da parte del governo, ma queste risorse rischiano di disperdersi in mille rivoli, come in un tentativo di accontentare tutti senza un chiaro disegno strategico”. Lo ha dichiarato Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe, intervenendo al Forum Leopolda Salute in corso a Firenze. Cartabellotta ha sottolineato come il nodo centrale resti quello del personale sanitario: “L’obiettivo di assumere 6.000 infermieri è realistico solo se li importiamo dall’estero, perché oggi questi professionisti non ci sono. La vera priorità dev’essere rendere la professione infermieristica più attrattiva, altrimenti possiamo mettere i soldi, ma non troveremo i professionisti”.
Il Presidente della Fondazione Gimbe ha poi richiamato l’attenzione su un fenomeno in preoccupante crescita: la rinuncia alle cure. “Oggi stiamo sperimentando, soprattutto tra le fasce più fragili della popolazione, un fenomeno che prima era residuale: quello della rinuncia alle prestazioni sanitarie. Parliamo di 5,8 milioni di persone nel 2024, praticamente una su dieci – ha spiegato – e questo tradisce l’articolo 32 della Costituzione, perché proprio gli indigenti, a cui la Repubblica dovrebbe garantire cure gratuite, restano esclusi dall’assistenza”.
Restituire attrattività
Per Cartabellotta, questi dati “devono rappresentare una molla, politica e sociale, per restituire attrattività alla professione sanitaria e rafforzare la capacità del Servizio sanitario nazionale di erogare cure appropriate. Non possiamo accettare un modello in cui le diseguaglianze crescono e il diritto alla salute diventa diseguale”.