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Pechino pressa l’Aja sul caso Nexperia: “Risolvete al più presto”

mercoledì, 22 Ottobre 2025
1 minuto di lettura

La Cina ha chiesto ufficialmente ai Paesi Bassi di “risolvere al più presto” la controversia legata al controllo dell’azienda di semiconduttori Nexperia, dopo che il governo olandese ha assunto la gestione temporanea della società, citando motivi di sicurezza nazionale. La richiesta, formulata dal portavoce del Ministero degli Esteri cinese, arriva in un momento di forte tensione tra Europa e Cina sul fronte tecnologico e industriale. Nexperia, con sede nei Paesi Bassi, è una controllata del colosso cinese Wingtech Technology e produce chip fondamentali per l’industria automobilistica e per l’elettronica di consumo. Il governo olandese ha giustificato l’intervento con la necessità di garantire la continuità delle forniture in caso di emergenza, facendo ricorso al Goods Availability Act, una legge del 1952 mai utilizzata prima in ambito tecnologico. Pechino ha definito la mossa “discriminatoria e politicamente motivata”, accusando l’Aja di agire sotto pressione statunitense e di minare la fiducia reciproca. “La Cina si oppone fermamente a qualsiasi interferenza nella gestione delle imprese cinesi all’estero,” ha dichiarato il portavoce, aggiungendo che “la questione deve essere risolta al più presto, nel rispetto degli accordi commerciali e della proprietà privata”. L’industria europea, intanto, osserva con crescente preoccupazione. L’ACEA, associazione dei costruttori automobilistici, ha lanciato l’allarme: la carenza di chip Nexperia potrebbe causare interruzioni nella produzione di veicoli entro poche settimane. Il blocco delle forniture rischia di colpire duramente anche l’Italia, dove numerosi stabilimenti dipendono dai microprocessori prodotti dall’azienda olandese. Il governo olandese ha ribadito che la misura è temporanea e che le attività di Nexperia continueranno senza interruzioni. Tuttavia, la sospensione del CEO cinese e l’affidamento della governance a soggetti terzi hanno alimentato il sospetto di una nazionalizzazione mascherata.

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