“La sicurezza è una questione nazionale ed è una priorità del governo, del ministero del Lavoro”. Con queste parole la Ministra del Lavoro Marina Calderone ha aperto il suo intervento alla prima giornata degli Stati Generali della Salute e della Sicurezza, in corso alla Camera dei Deputati, nella Sala della Lupa. Calderone ha sottolineato come l’appuntamento rappresenti “un impegno civile prima ancora che normativo”, ribadendo che “la sicurezza non si cambia solo per decreto ma con una strategia”. “La nostra è una Costituzione fondata sul Lavoro — ha aggiunto la ministra — e non può esserci prevenzione se non si forma una coscienza collettiva”.
Secondo la titolare del dicastero di via Veneto, “la sicurezza nelle leggi è fondamentale, ma farne una cultura diffusa nel Paese è altrettanto decisivo”. Calderone ha invitato a considerare la tutela della vita nei luoghi di lavoro “una causa nazionale, un tema che deve unire e non dividere”. “Non è una posizione ideologica — ha precisato — ma un dovere di tutti, e per me uno dei compiti principali del ministro del Lavoro”. La Ministra ha rivolto poi un pensiero “ai familiari delle vittime e ai lavoratori e lavoratrici che hanno subito infortuni: la vostra voce chiede verità, impone alle istituzioni rispetto e un impegno serio e continuo”.
Cambio culturale
Ad aprire i lavori degli Stati Generali è stato il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che ha richiamato la necessità di un cambio culturale profondo: “L’incolumità dei lavoratori non è solo un dovere inderogabile, ma un diritto che va sempre protetto, senza eccezioni”. Fontana ha definito “intollerabili” i dati recenti sugli incidenti sul lavoro, ricordando che “disponiamo di una legislazione tra le più avanzate d’Europa, ma l’Italia si confronta ancora con statistiche drammatiche”. Il Presidente della Camera ha ribadito che la tutela della vita nei luoghi di lavoro “passa attraverso la diffusione di una cultura orientata alla prevenzione”, che deve “promuovere l’osservanza delle regole, la conoscenza dei diritti, dei doveri e dei rischi connessi alle mansioni svolte”. “Un cambiamento così profondo — ha concluso Fontana — deve partire dai banchi di scuola, educando le nuove generazioni a riconoscere le situazioni di pericolo e a prendersi cura di sé stessi e degli altri”.