Non si tira indietro il settore assicurativo di fronte alla richiesta di un “supporto di solidarietà”, purché sia guidato da “criteri di proporzionalità, equità e ragionevolezza”.
A ribadirlo è Giovanni Liverani, Presidente dell’Ania, l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, intervenuto alla cerimonia di diploma del master in Insurance e Risk Management del Mib di Trieste. “Contribuire sì – spiega Liverani – ma senza rinunciare al nostro vero obiettivo: trasformare la percezione di un settore che non è solo un modo di fare impresa, bensì un potente strumento di equità sociale e di soluzione di problemi collettivi. L’assicurazione può e deve essere un attore centrale nella costruzione del welfare del futuro”.
Uno dei nodi principali, secondo Liverani, resta quello della previdenza complementare, che in Italia “stenta a decollare”.
Focus anche sugli anziani non autosufficienti
“Se dopo vent’anni solo il 38% dei lavoratori è iscritto a un fondo pensione – osserva – significa che il 62% non ha ancora attivato strumenti per vivere con serenità la terza età. È un dato preoccupante, che impone un cambio di passo”. Per il Presidente dell’Ania, occorre incentivare l’adesione e aumentare la contribuzione media, intervenendo in particolare sui più giovani: “Chi entra oggi nel mercato del lavoro è spesso in condizioni di fragilità economica. Servono incentivi fiscali e regolatori per accompagnarli verso una maggiore consapevolezza previdenziale”.
Liverani richiama inoltre l’attenzione su una fascia sempre più numerosa della popolazione: gli anziani non autosufficienti. “Gli italiani vivono più a lungo – ricorda – circa due anni più dei tedeschi. Ma questi anni aggiuntivi rischiano di essere vissuti in condizioni di fragilità, sia fisica che economica. La previdenza integrativa e le coperture assicurative possono diventare strumenti chiave per proteggere questa parte della società”.
Sanità e risorse
Il Presidente d ha poi affrontato il tema del Servizio sanitario nazionale, che, pur essendo “uno dei migliori al mondo”, mostra ancora forti disparità territoriali. “Mettiamo a disposizione – ha detto – la nostra capacità di ricanalizzare sul Ssn risorse che oggi sfuggono al sistema pubblico. A fronte di 140 miliardi di spesa sanitaria pubblica, le famiglie spendono ogni anno 42 miliardi per cure private. Intermediare questi flussi dal punto di vista assicurativo consentirebbe di migliorare la gestione complessiva e di destinare una parte al finanziamento del sistema sanitario stesso”. Sul fronte della manovra economica, Liverani ha ricordato come le compagnie abbiano già dato un contributo “in una fase molto delicata dell’evoluzione della spesa pubblica italiana”, e che sono pronte a farlo ancora.
“Non stappando bottiglie di prosecco – ha detto ironicamente – ma continuando a svolgere il nostro ruolo primario: proteggere famiglie e imprese”.