Tre priorità che non possono essere disattese. I Governi, siano essi politici o tecnici, da anni rinviano l’affrontare in modo deciso e strutturale i nodi che stringono famiglie e piccole imprese
L’approvazione della legge di bilancio da parte del Governo guidato da Giorgia Meloni ha suscitato reazioni generalmente positive. Gli osservatori hanno riconosciuto al Governo il merito di aver messo in sicurezza i conti pubblici, consolidando un equilibrio finanziario necessario, soprattutto in un contesto economico europeo e globale incerto e turbolento.
Tuttavia, mentre la politica discute di stabilità macroeconomica e spread, la quotidianità di milioni di cittadini italiani racconta un’altra urgenza. Una realtà concreta fatta di tre priorità che non possono più essere rimandate: casa, lavoro e sicurezza.
Un tetto a prezzi ragionevoli
Partiamo dalla casa. In particolare nei grandi centri urbani, il costo degli affitti ha raggiunto livelli insostenibili. Per molte famiglie, una porzione significativa dello stipendio mensile viene erosa da canoni esorbitanti e spese condominiali in crescita. Il risultato è che ciò che resta, spesso, non basta per vivere con dignità. Questa non è solo una questione di welfare, ma di equità sociale e di stabilità urbana. Senza interventi strutturali su affitti calmierati, edilizia popolare e agevolazioni per i giovani, l’abitazione resterà un privilegio e non una conquista per quanti lavorano e fanno sacrifici.
Lavoro e salari: la rincorsa affannosa al “basta per vivere”
Il secondo tema è il lavoro. Non mancano le opportunità, ma mancano salari adeguati. È un problema purtroppo diffuso, che da anni vede una progressiva erosione del potere d’acquisto. Lo ha ricordato venerdì scorso anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: in Italia, troppi lavoratori non riescono a vivere decentemente con una sola retribuzione. E i dati forniti da Confcommercio e Confesercenti sono eloquenti: i consumi restano fermi, le famiglie – soprattutto quelle economicamente più fragili – non riescono a migliorare il proprio tenore di vita. Un sistema che non premia il lavoro dignitoso è un sistema che genera non solo rinunce ma anche disillusione e spesso marginalità.
Sicurezza: il disagio delle periferie
C’è un terzo tema che va posto come priorità ed è quello della sicurezza. Nelle grandi città, e soprattutto nelle periferie, cresce la sensazione di disagio, insicurezza e abbandono. Non è solo una percezione, ma una realtà documentata da chi, sul territorio, vive ogni giorno le conseguenze dell’assenza di presidi, di servizi, di punti di riferimento. Le stesse Associazioni di categoria denunciano la progressiva desertificazione commerciale, che si traduce in meno negozi, meno attività, meno vita sociale. E con meno socialità, si riduce la coesione, si indebolisce il senso di comunità e quindi di sicurezza sociale, che poi lasciano spazio sl degrado e alla paura.
La politica non ignori le difficoltà del vivere comune
Che la Finanziaria abbia consolidato i conti dello Stato è, indubbiamente, una buona notizia. Ma se il prezzo da pagare è continuare a sottovalutare le questioni impellenti per la vita delle persone, allora occorre fermarsi a riflettere. I governi, siano essi politici o tecnici, da anni rinviano l’affrontare in modo deciso e strutturale questi tre nodi: casa e affitti, salari migliori e sicurezza urbana. Eppure è da lì che passa la qualità della vita reale.
La politica, quella che una volta si affidava al dibattito all’interno delle sezioni e affinava le proposte di Governo, deve tornare ad ascoltare, comprendere e intercettare le aspettative di chi non chiede miracoli, ma possibilità. Di chi lavora, paga le tasse, cresce figli, e vorrebbe solo condizioni più eque e migliori per vivere meglio. Non tutti sono ricchi, non tutti hanno riserve economiche a cui attingere. C’è una larga fascia di popolazione che fatica ad arrivare alla fine del mese, e che chiede risposte, che non possono essere slogan.
Troppa attenzione a cose spettacolari ed effimere
Spesso i media così come la politica si concentrano su eventi a cui viene data una grande risonanza ma poi si rivelano effimeri, è il caso ad esempio della Flotilla che ha monopolizzato l’attenzione per una settimana e di cui già non si parla più. Serve a nostro giudizio più attenzione alle difficoltà dei cittadini, agli affanni quotidiani e agli ostacoli che le persone devono superare. In questo vanno incluse anche le piccole e micro imprese che sono esposte al pari delle famiglie ad una normalità quotidianità difficile.
Un colpo d’ala
Sottovalutare questi segnali, ignorare queste richieste, significa perdere il contatto con il Paese reale. È tempo che Governo, maggioranza e la politica nel suo insieme compiano un colpo d’ala;: serve una nuova stagione di attenzione, investimenti e visione. Perché la credibilità della politica si misura, oggi più che mai, nella capacità di migliorare davvero la vita delle persone comuni, quelle che poi sono e rappresentano il “sentimento” di una Nazione.