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Legge di Bilancio, taglio al prelievo sui farmaci: “Primo segnale di equità”

sabato, 18 Ottobre 2025
2 minuti di lettura

La riduzione degli oneri a carico delle imprese produttrici di farmaci, come il prelievo dell’1,83%, e la revisione dei tetti di spesa “rappresentano la concretizzazione di un primo, importante principio di equità, indispensabile per garantire le cure essenziali a milioni di cittadini”. Così Stefano Collatina, presidente di Egualia – l’associazione che riunisce le aziende dei farmaci equivalenti e biosimilari – commenta le prime indicazioni contenute nella Legge di Bilancio 2026, approvata ieri dal Consiglio dei Ministri.
Secondo Collatina, la misura segna “un passo avanti atteso da tempo” e costituisce “un segnale positivo di attenzione verso un comparto industriale strategico per la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale”. Tuttavia, il presidente di Egualia avverte che “serve ora consolidare questo segnale attraverso un intervento più profondo e strutturale”, anche attraverso il percorso della Legge Delega sul riordino della farmaceutica.
Il prelievo dell’1,83%: “Una tassa che penalizza chi produce i farmaci più economici
La riduzione del contributo dell’1,83% versato dalle imprese sui farmaci di classe A – quelli essenziali e a carico del Servizio sanitario nazionale – è stata definita da Egualia “una misura giusta e necessaria”.
È un onere che al più presto va eliminato – spiega l’associazione – perché nel tempo ha inciso in modo sproporzionato sulle aziende che producono i medicinali di uso quotidiano e a basso prezzo, destinati a milioni di cittadini”.
Per Collatina, il provvedimento “riconosce finalmente il ruolo industriale e sociale dei produttori di farmaci fuori brevetto”, ma deve rappresentare solo “il primo passo verso un riequilibrio complessivo del sistema”.
Tetto della spesa diretta e payback: “Un fardello insostenibile”
Sul fronte del tetto della spesa per acquisti diretti, Egualia sottolinea come “la soluzione sia ancora lontana”.
Le nostre aziende pagano quasi il 18% di payback – denuncia Collatina – un fardello che resta insostenibile senza un ripensamento delle componenti di spesa che concorrono al tetto”.
Secondo il presidente di Egualia, è necessario “escludere dal computo della spesa i farmaci acquistati in gara dalle Regioni al massimo ribasso, poiché si tratta di un ambito già controllato e caratterizzato da una costante riduzione dei prezzi”.
Siamo di fronte a una distorsione – aggiunge –: non possiamo interrompere le forniture ospedaliere, ma non possiamo nemmeno inglobare nel prezzo negoziato con Aifa una tassa così sproporzionata. Lo dimostrano i numeri: i tassi di partecipazione alle gare calano di anno in anno e aumentano le carenze”.

Prezzi ex factory e rischio di carenze

Un altro nodo ancora irrisolto riguarda l’adeguamento dei prezzi ex factory dei farmaci critici.
Le attuali norme impongono all’Aifa di respingere le richieste di aumento dei prezzi che non siano giustificate da un incremento del costo del principio attivo – osserva Collatina – ma non si tiene conto dell’impennata di tutti gli altri costi industriali, energetici e logistici”.
Secondo Egualia, senza un meccanismo di revisione “equo e tempestivo”, resta alto “il rischio di interruzione nelle forniture di farmaci essenziali”.
Appello per la gara multi-aggiudicatario: “Garantire pluralità e sicurezza”
Dopo due anni di attesa, Egualia chiede infine che venga inserita in manovra anche la norma sull’obbligo di gara multi-aggiudicatario ad accordo quadro per i farmaci fuori brevetto acquistati dagli ospedali.
È una misura già prevista in diverse proposte di riforma e sperimentata con successo in alcune Regioni – sottolinea Collatina –. Garantirebbe pluralità di fornitori, continuità di approvvigionamento e maggiore sicurezza per i pazienti. C’è l’accordo di tutti, serve solo la volontà politica di inserirla nella manovra”.

Un settore strategico da salvaguardare

Il comparto dei farmaci equivalenti e biosimilari rappresenta oggi una componente essenziale della sostenibilità del sistema sanitario nazionale, assicurando accesso alle cure e risparmi per le casse pubbliche.
Per Egualia, la Legge di Bilancio 2026 offre “un primo segnale di inversione di tendenza”, ma la sfida resta quella di garantire una riforma strutturale che metta il settore in condizione di continuare a garantire farmaci essenziali, qualità industriale e competitività sul mercato.
Il principio di equità – conclude Collatina – deve tradursi in una politica industriale stabile, che riconosca il valore sociale dei farmaci equivalenti e biosimilari e ne tuteli la sostenibilità economica. Solo così potremo garantire cure accessibili a tutti i cittadini”.

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