Ieri, a poche ore dal Consiglio dei Ministri che oggi darà il via libera alla manovra economica 2026, lo scontro tra il Presidente del Consiglio e Maurizio Landini ha monopolizzato il dibattito politico, con accuse, repliche e prese di posizione che hanno diviso maggioranza e opposizione.
Tutto è nato martedì sera, quando, ospite di Giovanni Floris a ‘DiMartedì’, il Segretario generale della Cgil ha definito Meloni “cortigiana di Trump. È stata alla corte di Trump, ha fatto il portaborse di Trump”. Un’espressione che Meloni non ha lasciato cadere, bollando le parole come “un insulto dettato dal rancore”. E dunque ieri il Premier ha reagito con un post su X, pubblicando la definizione della parola ‘cortigiana’ tratta dal vocabolario Treccani, accompagnata da un commento ironico, ma tagliente: “Landini è obnubilato dal rancore”. Poche ore dopo, la risposta del leader sindacale: “Nessun insulto sessista, nessun rancore. Chi vuole strumentalizzare le mie parole lo fa in malafede. Ho espresso un giudizio politico sul ruolo del governo Meloni in politica estera, nulla di più”.
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Da Fratelli d’Italia il Capodelegazione al Parlamento europeo Carlo Fidanza ha parlato di “attacco sessista inaccettabile, frutto dell’odio ideologico verso il Premier”, mentre la Vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno (Pd) ha invitato Landini a scusarsi: “Il linguaggio offensivo e sessista è un ostacolo concreto alla piena agibilità democratica delle donne nella società italiana. Serve rispetto, oltre le differenze politiche”.
La manovra
Intanto, sul fronte economico, il Governo si prepara a varare oggi una manovra da circa 28 miliardi, di cui 11 miliardi di contributo straordinario e strutturale da banche e assicurazioni, oltre 7 miliardi aggiuntivi per la sanità e la sterilizzazione dell’aumento dell’età pensionabile per i lavoratori impegnati in mansioni gravose e usuranti. Il Documento programmatico di bilancio 2026, inviato a Bruxelles e al Parlamento, ha tracciato le linee guida del provvedimento. “Con riferimento alle pensioni – si è letto nel testo – nel biennio 2027-2028 si conferma, ad esclusione dei lavori gravosi e usuranti, l’aumento graduale dei requisiti di accesso al pensionamento connessi all’adeguamento all’aspettativa di vita”.
L’esecutivo, dunque, congela solo in parte l’innalzamento dell’età pensionabile, salvaguardando chi svolge lavori fisicamente impegnativi, ma confermando l’adeguamento per le altre categorie.
Sul fronte delle entrate la manovra prevede una tassazione aggiuntiva per il settore bancario e assicurativo, stimata in 4,3 miliardi nel 2026 e 2027 e 2,3 miliardi nel 2028, per un totale di 11 miliardi nel triennio. Si tratta, hanno sottolineato fonti di Palazzo Chigi, di misure “non una tantum” ma strutturali, destinate a consolidare i conti pubblici. Le risorse, insieme alla rimodulazione del Pnrr e al recupero di alcune spese fiscali, andranno a finanziare la spesa sanitaria, il rinnovo dei contratti pubblici e gli interventi di sostegno alle famiglie.
Le tensioni
Non sono mancate, però, le tensioni nella maggioranza. Forza Italia, per voce del Vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha preso le distanze sulla questione legate agli extraprofitti: “Il Ministro Giorgetti mi ha assicurato che non ci sarà alcuna tassa sugli extraprofitti. Non so nemmeno come si definisca ‘extraprofitti’, è un concetto da Unione Sovietica. Noi vogliamo un dialogo con le banche, non una penalizzazione”. Proprio per allentare le tensioni all’interno della maggioranza su questo argomenti, ieri sera Meloni ha convocato a Palazzo Chigi un vertice di maggioranza con l’obiettivo, appunto, di rinsaldare i ranghi e far sì che tutto il Centrodestra sia coeso per il varo della tanto attesa manovra 2026. E alla fine le divisioni si sono ricomposte: sul contributo straordinario delle banche destinato a finanziare la legge di bilancio è stata trovata un’intesa. Oggi se ne saprà di più.