“È ancora tutto molto prematuro. Siamo ancora in una fase iniziale del lavoro per trasformare il cessate il fuoco in pace. Se ci sarà richiesta una presenza militare siamo pronti a farlo”. Con queste parole il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, è intervenuto questa mattina ad Agorà, il programma di RaiTre condotto da Roberto Inciocchi, commentando gli sviluppi della situazione nella Striscia di Gaza e i primi segnali di distensione dopo mesi di violenze.
Tajani ha parlato di “una fase ancora delicata, ma segnata da un sentimento di sollievo e speranza per il futuro”. “È la prima volta in questi anni turbolenti che posso condividere un sentimento di sollievo e speranza per il futuro. Il piano di pace potrebbe essere una svolta storica che cambia il volto del Medio Oriente”, ha dichiarato il ministro, sottolineando però che “il successo del piano Trump è appeso a un filo: molte sono le variabili che non ancora sono state definite. Tuttavia, quel filo di speranza si sta rivelando solido”.
L’informativa
Durante l’informativa urgente alla Camera dei Deputati, il vicepremier ha anche espresso ferma condanna per gli episodi di violenza avvenuti ieri sera a Udine, dove estremisti pro-palestinesi hanno aggredito le forze dell’ordine durante gli scontri che hanno seguito una manifestazione. “Esprimo tutta la mia solidarietà ai due giornalisti feriti e a tutti i poliziotti, carabinieri e finanzieri che hanno garantito il regolare svolgimento della partita. Undici agenti sono rimasti feriti”, ha affermato Tajani, ribadendo il sostegno del governo alle forze di sicurezza impegnate a garantire l’ordine pubblico.
Il Ministro ha poi riflettuto sull’impatto mediatico e simbolico del conflitto in Medioriente:
“C’è stata un’ondata emotiva e un’attenzione mediatica senza uguali rispetto ad altre situazioni di crisi, proprio in ragione della valenza simbolica di questi luoghi. Un’attenzione sincera, mentre ci sono stati pochi, anche se rumorosi, casi di strumentalizzazione o pregiudizio antisemita.”
Infine, un monito chiaro: “L’antisemitismo va combattuto ovunque e in ogni modo, con tutta la forza di cui i sistemi democratici dispongono. Non possiamo permettere che l’odio si travesta da solidarietà”.