Una scoperta scioccante ha scosso la comunità di Villanueva de la Serena, in Estremadura: la polizia spagnola ha rinvenuto oltre 250 animali morti all’interno di un magazzino agricolo in stato di abbandono. L’operazione, condotta dalla Guardia Civil in collaborazione con il servizio veterinario regionale, è partita da una segnalazione anonima che denunciava odori nauseabondi e movimenti sospetti nei pressi della struttura. All’interno del capannone, gli agenti hanno trovato carcasse di pecore, capre, cani, gatti e volatili, molte in avanzato stato di decomposizione, sparse tra escrementi, rifiuti e resti di mangimi scaduti. Alcuni animali erano rinchiusi in gabbie arrugginite, privi di acqua e cibo, mentre altri giacevano ammassati in angoli bui, in condizioni igieniche disastrose. Secondo le autorità, il magazzino era gestito da un uomo di 54 anni, già noto per precedenti legati al maltrattamento animale. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di crimini contro la protezione della fauna, negligenza grave e violazione delle norme sanitarie. I veterinari intervenuti hanno salvato una decina di animali ancora in vita, trasferiti d’urgenza in strutture di recupero. Il caso ha suscitato indignazione in tutta la Spagna, con associazioni animaliste che chiedono pene più severe per i reati di maltrattamento. “Non è solo crudeltà, è una forma di tortura sistematica,” ha dichiarato la portavoce di PACMA, partito animalista spagnolo. Il Comune di Villanueva ha avviato un’indagine interna per verificare eventuali omissioni nei controlli sanitari. Intanto, la magistratura ha disposto il sequestro dell’intera proprietà e l’avvio di un processo penale. La “fattoria dell’orrore” diventa così il simbolo di una piaga ancora troppo diffusa: l’abbandono e la violenza sugli animali, spesso invisibile, ma profondamente radicata.
