Si è svolta ieri mattina in Piazza San Pietro l’udienza generale di Papa Leone XIV. Come ogni mercoledì, il Pontefice ha incontrato fedeli e pellegrini arrivati da diversi Paesi. L’incontro è iniziato alle 10 ed è stato dedicato a un nuovo passaggio della catechesi che accompagna l’Anno Giubilare dal titolo “Gesù Cristo nostra speranza”. Il tema scelto è stato “Riaccendere”, ispirato al passo evangelico dei discepoli di Emmaus che si domandano: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto?» (Lc 24,32).
Le parole sulla speranza
Durante la catechesi Leone XIV ha parlato del valore della speranza come forza capace di trasformare anche le situazioni più difficili. «Non c’è storia tanto segnata dalla delusione o dal peccato da non poter essere visitata dalla speranza» ha dichiarato. Il Papa ha aggiunto che «nessuna caduta è definitiva, nessuna notte è eterna, nessuna ferita è destinata a rimanere aperta per sempre». Con queste parole ha voluto sotolineare che la fede non annulla le difficoltà della vita ma offre la possibilità di attraversarle con uno sguardo nuovo.
Una resurrezione silenziosa
Il Pontefice ha spiegato che la resurrezione di Cristo non è un evento spettacolare, ma una trasformazione che agisce in profondità e che si manifesta nei gesti quotidiani. «La resurrezione non è un colpo di scena teatrale, è una trasformazione silenziosa che riempie di senso ogni gesto umano» ha affermato. Ha ricordato che il Vangelo mostra Gesù risorto nell’atto di condividere la mensa con i discepoli, un dettaglio che indica come la vita ordinaria non sia da scartare ma destinata alla pienezza.
L’appello alla preghiera per la pace
Al termine dell’incontro Leone XIV ha rivolto ai presenti un invito a pregare per la pace. «Vi chiedo di continuare a sostenere con la preghiera quanti soffrono a causa dei conflitti» ha detto, facendo riferimento alle guerre in corso in diverse aree del mondo. L’appello si inserisce nel solco dei richiami che il Papa rivolge regolarmente durante le udienze generali e negli Angelus domenicali.
L’attenzione ai più fragili
Nel corso dell’udienza è stato ricordato anche l’impegno della Chiesa verso le persone più vulnerabili, in particolare i migranti. «Io con i migranti, la Chiesa non resta in silenzio» ha affermato Leone XIV, sottolineando che la voce della comunità ecclesiale deve farsi sentire soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà sociale.
Saluti ai pellegrini
Come di consueto, il Papa ha poi rivolto i suoi saluti ai gruppi presenti. In lingua italiana ha incoraggiato famiglie, parrocchie e associazioni a mantenere viva la speranza. Successivamente ha salutato i fedeli di altre nazionalità nelle rispettive lingue, ricordando che l’udienza generale è pensata come un momento di incontro universale. L’incontro si è concluso con la recita del Padre Nostro e con la Benedizione Apostolica impartita a tutti i presenti.