Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato la legge che istituisce la festa nazionale di San Francesco d’Assisi, approvata dalla Camera il 23 settembre e dal Senato il 1° ottobre. Nella lettera inviata ai presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, il Capo dello Stato ha però segnalato alcune criticità normative che richiedono interventi correttivi da parte del Parlamento. La nuova legge stabilisce che il 4 ottobre, giorno dedicato al patrono d’Italia, diventi festività nazionale con l’obiettivo di promuovere i valori della pace, della fratellanza, della tutela dell’ambiente e della solidarietà. Tale data entrerà così nell’elenco ufficiale dei giorni festivi nazionali, con gli effetti previsti sull’orario di lavoro e sullo svolgimento di atti giuridici.
Mattarella ha però evidenziato un problema di coordinamento con la legge n.132 del 1958, che già qualificava il 4 ottobre come “solennità civile e giornata della pace, della fraternità e del dialogo” in onore di Santa Caterina da Siena, patrona d’Italia insieme a San Francesco.
Il nodo delle celebrazioni e delle scuole
La nuova normativa modifica parzialmente quella precedente, espungendo il riferimento a San Francesco dal testo del 1958. Il risultato, osserva il Capo dello Stato, è che la stessa giornata è ora qualificata sia come festività nazionale (per San Francesco) sia come solennità civile (per Santa Caterina), con effetti giuridici differenti e potenziali confusioni applicative. “La medesima giornata – il 4 ottobre – non può essere qualificata, al contempo, sia festività nazionale sia solennità civile, anche perché da tali qualificazioni derivano effetti diversi”, scrive Mattarella. “Va operata quindi una scelta, verosimilmente abrogando la previsione di solennità civile, meno rilevante”.
Un altro punto critico riguarda le iniziative educative e istituzionali. In passato, scuole e istituzioni potevano organizzare eventi dedicati ai valori dei due Santi il 4 ottobre. Con la trasformazione in festività nazionale, tuttavia, tali iniziative non potranno più svolgersi in quella data, richiedendo un riordino delle disposizioni.
“Testi legislativi chiari e inequivoci”
La legge prevede inoltre che anche pubbliche amministrazioni, enti del terzo settore e istituzioni locali possano promuovere iniziative per San Francesco. Per Mattarella è necessario chiarire modalità e contenuti di tali attività, soprattutto nel caso in cui si decida di separare le celebrazioni dedicate ai due patroni d’Italia. Pur promulgando la legge in considerazione del suo valore simbolico e sociale, il Presidente della Repubblica ha concluso la sua lettera invitando Parlamento e Governo a intervenire: “Appare evidente come la normativa che disciplina le due ricorrenze richieda interventi correttivi volti a coordinare tra loro i due testi normativi… Non posso non sottolineare l’esigenza che i testi legislativi presentino contenuti chiari e inequivoci”.