Il presidente ecuadoriano Daniel Noboa è uscito illeso da un attacco armato contro il suo convoglio, avvenuto martedì pomeriggio nei pressi di Santa Elena, città costiera a sud-ovest del Paese. Secondo fonti ufficiali, uomini armati hanno aperto il fuoco contro l’auto presidenziale mentre il capo dello Stato stava rientrando da un incontro con imprenditori locali. Le guardie del corpo hanno risposto immediatamente, mettendo in sicurezza Noboa e neutralizzando due degli aggressori. Il governo ha confermato che il presidente non ha riportato ferite e ha definito l’attacco “un atto di terrorismo politico”. Le autorità hanno avviato un’indagine per identificare i mandanti, mentre il ministro dell’Interno Mónica Palencia ha dichiarato che “nessuna minaccia fermerà il processo di pacificazione nazionale”. L’attacco arriva in un momento di forte instabilità per l’Ecuador, dove la violenza legata al narcotraffico ha raggiunto livelli senza precedenti. Noboa, eletto nel 2023 con una piattaforma di sicurezza e riforme economiche, ha dichiarato lo stato di emergenza in diverse province e ha autorizzato l’intervento delle forze armate nelle carceri e nei porti. Secondo analisti locali, l’attentato potrebbe essere una risposta diretta alle recenti operazioni contro le bande criminali, tra cui Los Choneros e Los Lobos, che controllano ampie zone del Paese. “Il messaggio è chiaro: Noboa è diventato un bersaglio,” ha affermato l’esperto di sicurezza Jorge Cevallos. La popolazione, già provata da mesi di scontri e coprifuoco, ha reagito con preoccupazione. In diverse città si sono tenute veglie spontanee in segno di solidarietà, mentre il Parlamento ha convocato una sessione straordinaria per discutere nuove misure di protezione per le istituzioni. Daniel Noboa ha ribadito il suo impegno: “Non ci fermeremo. L’Ecuador merita pace, giustizia e coraggio.” Ma il Paese, oggi più che mai, cammina sul filo della paura.
Ecuador, il Presidente Noboa illeso dopo l’attacco alla sua auto: tensioni crescenti nel Paese
