Prosegue a Sharm el-Sheikh la seconda giornata dei negoziati tra Israele e Hamas, mediati da Egitto e Qatar con la presenza di emissari statunitensi. Fonti arabe e diplomatiche descrivono un “clima positivo” dopo il primo round di incontri, definito “costruttivo” da entrambe le parti. Sul tavolo, le condizioni per uno scambio di prigionieri e il ritiro graduale delle truppe israeliane da Gaza: due dei punti ancora più delicati del piano di pace promosso dall’amministrazione Trump.
Secondo Al-Qahera News, i mediatori stanno lavorando alla definizione di un meccanismo per il rilascio simultaneo dei detenuti palestinesi e degli ostaggi israeliani. A differenza dei precedenti tentativi, questa volta l’atmosfera sarebbe “meno tesa e più pragmatica”, segno che le due parti stanno sondando compromessi concreti.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in un’intervista rilasciata alla vigilia del secondo anniversario dell’attacco del 7 ottobre 2023, ha parlato di una “fine della guerra ormai vicina”, pur ribadendo che Israele non accetterà nulla di meno di una “vittoria totale” su Hamas. “Ciò che è iniziato a Gaza finirà a Gaza – ha dichiarato – con la liberazione di tutti i nostri prigionieri e la fine del regime terroristico”.
Da parte palestinese, fonti vicine a Hamas confermano un “clima positivo” e la volontà di continuare i colloqui. “Le discussioni sono costruttive”, riferiscono, mentre si attende l’apertura del secondo round dei negoziati a Sharm el-Sheikh nelle prossime ore.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha definito le notizie provenienti dall’Egitto “confortanti”, sottolineando che l’Italia è pronta “a fare la propria parte, anche inviando uomini per un contingente di pace internazionale”.
La premier Giorgia Meloni, da Roma, ha definito il piano Trump “un’occasione preziosa per aprire una fase nuova di stabilità nella regione”, mentre lo stesso Donald Trump, da Washington, ha assicurato che “un accordo è ormai molto vicino”.