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Lombardia, primato amaro: è la regione con più malattie da amianto. 203 casi in un anno

martedì, 7 Ottobre 2025
1 minuto di lettura

La Lombardia si conferma, ancora una volta, la regione italiana più colpita dalle malattie correlate all’amianto. Secondo i dati Inail, nel corso dell’ultimo anno sono stati riconosciuti 203 nuovi casi, il numero più alto a livello nazionale. A seguire, con dati sensibilmente inferiori, Piemonte e Friuli Venezia Giulia. Complessivamente, l’area del Nord-Ovest concentra oltre la metà dei riconoscimenti nazionali, evidenziando il peso storico dell’industrializzazione in queste zone. Il triste primato lombardo non è casuale: per decenni l’amianto è stato largamente impiegato nei settori metalmeccanico, edilizio, cantieristico e nei cicli produttivi ad alta temperatura. Sebbene il materiale sia stato bandito definitivamente in Italia nel 1992, i suoi effetti sulla salute continuano a manifestarsi a distanza di molti anni dall’esposizione.
Nonostante il bando definitivo del 1992, l’amianto continua a uccidere. La Lombardia paga ancora oggi il prezzo più alto, con oltre duecento nuovi casi riconosciuti in un solo anno. È una ferita aperta che riguarda non solo chi ha lavorato in passato, ma anche chi oggi opera nei cantieri, nelle manutenzioni e nelle bonifiche, spesso in condizioni di rischio non sufficientemente controllate. Servono più controlli, più prevenzione e una formazione qualificata”,
dichiara Eloisa Dacquino, Segretaria Confederale Uil Lombardia.

“Serve un piano regionale aggiornato”

Per la Uil Lombardia, i numeri diffusi dall’Inail impongono un deciso cambio di passo nelle politiche pubbliche. L’organizzazione sindacale chiede l’elaborazione di un nuovo piano amianto regionale, che includa: una mappatura capillare dei siti contaminati,
risorse certe per la bonifica di scuole, ospedali ed edifici pubblici, un coinvolgimento reale delle parti sociali nella definizione delle priorità,
il rafforzamento della sorveglianza epidemiologica e della presa in carico sanitaria per ex esposti e familiari.
La salute di lavoratrici e lavoratori deve restare al centro delle politiche pubbliche. La sorveglianza epidemiologica e la presa in carico sanitaria devono diventare un diritto effettivo per tutti”, sottolinea Dacquino.

Risarcimenti più rapidi

Un altro punto critico riguarda il Fondo Vittime dell’Amianto, al quale – secondo Uil -l’accesso è spesso lento e burocraticamente complesso. “È necessario semplificare l’accesso al Fondo Vittime dell’Amianto e garantire tempi certi per i risarcimenti. Ogni lavoratore colpito rappresenta una storia di dolore e di ingiustizia che il sistema non può più permettersi di ignorare”, conclude Dacquino.
“Dietro ogni dato ci sono persone, famiglie e vite spezzate. La memoria delle vittime deve tradursi in azioni concrete di prevenzione, tutele e giustizia”.

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