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Papa Leone XIV: “Ai migranti accoglienza, non indifferenza”

Nel Giubileo del Mondo Missionario e dei Migranti il Pontefice lancia un appello forte alla Chiesa e all’Europa: “Superare paure e pregiudizi, aprire braccia e cuori”
lunedì, 6 Ottobre 2025
2 minuti di lettura

Fratelli migranti, siate sempre i benvenuti. Le vostre traversate non trovino mai la freddezza dell’indifferenza o lo stigma della discriminazione”. Sono state parole dirette quelle con le quali Papa Leone XIV ha aperto ieri l’omelia pronunciata in piazza San Pietro, davanti a migliaia di fedeli, missionari e delegazioni provenienti da tutto il mondo. La celebrazione si è svolta all’interno della ventisettesima domenica del Tempo Ordinario ed è stata dedicata al Giubileo del Mondo Missionario e dei Migranti, uno degli appuntamenti centrali dell’Anno Giubilare 2025. Sotto un cielo coperto e qualche goccia di pioggia, il Pontefice ha parlato con voce ferma di accoglienza, fede e missione, intrecciando i grandi temi del nostro tempo: guerre, migrazioni, paura e speranza.

“Non chiusura, ma accoglienza”

Nel cuore della sua omelia, il Santo Padre ha voluto mettere al centro la sorte di milioni di uomini, donne e bambini costretti a lasciare la propria terra per cercare salvezza. “Quelle barche che sperano di avvistare un porto sicuro, quegli occhi colmi di angoscia e speranza, non possono e non devono incontrare chiusura o ostilità. A loro dobbiamo offrire braccia aperte e cuori accoglienti”.
Il Papa ha ricordato che la missione cristiana non è soltanto “partire”, ma anche “restare”: restare per accogliere, per guardare in volto chi arriva da terre martoriate, per costruire ponti e non muri. “È nelle periferie umane e spirituali che si gioca il futuro del Vangelo”. E un chiaro invito che risuona forte nel contesto europeo, dove il fenomeno migratorio continua a suscitare tensioni e divisioni. Il Vescovo di Roma ha chiesto con decisione che si superino pregiudizi e stereotipi, riconoscendo nei migranti “non una minaccia, ma una risorsa, una presenza che interpella e rinnova le comunità cristiane”.

Il grido di dolore di fronte alle guerre

Ampio spazio è stato dedicato anche alle guerre e alle crisi che insanguinano il pianeta. “Dinanzi a questi scenari oscuri riemerge il grido che tante volte nella storia si è elevato a Dio: ʼPerché, Signore, non intervieni? Perché sembri assente?ʼ”. Richiamando il profeta Abacuc, il Pontefice ha spiegato che questo grido non è segno di sfiducia, ma una preghiera antica e vera, che attraversa la Bibbia e la storia dell’umanità. “Dio tace e questo silenzio lacera l’animo. Ma la sua risposta è promessa di salvezza: la giustizia e la fede avranno l’ultima parola”. La fede, ha aggiunto, è “una forza mite” che non ha bisogno di potenza per cambiare il mondo: “Basta un granello di senape per aprire vie nuove”.

Missione e Chiesa europea

Il Papa ha poi rivolto un appello esplicito alle Chiese d’Europa perché ritrovino slancio missionario e capacità di testimonianza_ “La presenza di tanti fratelli e sorelle del Sud del mondo deve essere colta come un’opportunità per uno scambio che rinnova il volto della Chiesa”. Ha incoraggiato in particolare la nascita di nuove vocazioni missionarie tra i giovani, chiamati a testimoniare il Vangelo nei luoghi difficili, con coraggio e creatività_ “È questo il tempo di costituirci tutti in uno stato permanente di missione, come ci ricordava Papa Francesco”.

Angelus

Al termine della Messa, Leone XIV ha guidato la recita dell’Angelus dal sagrato della Basilica Vaticana. Nel suo messaggio ha toccato tre temi chiave: la dignità dei migranti, la pace in Medio Oriente e la solidarietà verso le popolazioni colpite da catastrofi naturali. “Nessuno dev’essere costretto a partire né sfruttato per la sua condizione di forestiero. Al primo posto, sempre, la dignità umana”, ha ammonito. Il Papa ha quindi espresso vicinanza al popolo filippino colpito da un forte terremoto, ha denunciato l’aumento di episodi di antisemitismo e ha espresso speranza per i timidi passi avanti nei negoziati di pace in Medio Oriente. “Chiedo ai responsabili di impegnarsi su questa strada e invito tutti a unirsi nella preghiera per una pace giusta e duratura”.
Ha concluso con un pensiero commosso ai bambini di tutto il mondo che in questo mese pregano il Rosario per la pace: “La vostra preghiera è un seme prezioso di futuro”.

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