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Benjamin Netanyahu Primo Ministro Israele, Donald Trump Presidente Usa

Israele avvia la prima fase del piano Trump: ostaggi verso la liberazione, Gaza a un passo dal cessate il fuoco

sabato, 4 Ottobre 2025
2 minuti di lettura

Israele si prepara ad attuare la prima fase del piano in 20 punti proposto dal Presidente statunitense Donald Trump per porre fine alla guerra a Gaza e garantire il ritorno degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Lo ha annunciato l’Ufficio del Primo Ministro Benjamin Netanyahu, confermando un cambio strategico significativo dopo mesi di conflitto e stallo diplomatico. Secondo quanto riportato dal Times of Israel, la leadership politica israeliana ha ordinato alle Forze di Difesa Israeliane di ridurre “al minimo” le operazioni offensive su Gaza City, limitandosi a manovre esclusivamente difensive. La decisione è arrivata all’indomani dei colloqui tra Israele e Stati Uniti, e dopo che Hamas ha aperto ufficialmente alla proposta di pace americana.
La svolta è arrivata nella notte, quando Hamas ha annunciato la disponibilità ad avviare trattative e a rilasciare gli ostaggi. Trump ha accolto positivamente il segnale, definendo il momento “un passo decisivo verso una pace duratura” e annunciando la sua intenzione di guidare personalmente il Comitato per la Pace, l’organismo internazionale che sovrintenderà alla transizione postbellica nella Striscia.

La questione ostaggi al centro dei negoziati

Seguo con grande attenzione gli sviluppi a Gaza e rinnovo il mio pieno sostegno agli sforzi del Presidente Trump per portare la pace in Medio Oriente”, ha detto il Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. “La priorità per tutti deve essere ora giungere a un cessate il fuoco che conduca all’immediato rilascio di tutti gli ostaggi. L’Italia rimane pronta a fare la sua parte”. “In questa fase ad Israele preme soprattutto il rilascio degli ostaggi”, ha affermato Netanyahu. Dei 251 sequestrati durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, 47 rimangono ancora detenuti a Gaza, inclusi 25 che l’esercito israeliano considera deceduti.
In cambio della liberazione e della restituzione dei corpi, Israele ha accettato di rilasciare 250 detenuti condannati all’ergastolo e 1.700 prigionieri palestinesi arrestati dopo il 7 ottobre, comprese tutte le donne e i minori. Si tratta della più ampia operazione di scambio degli ultimi decenni.

Il piano Trump

Il piano di Trump prevede un ritiro graduale delle truppe israeliane da Gaza, accompagnato dall’instaurazione di un governo palestinese tecnocratico e apolitico, incaricato di gestire i servizi pubblici sotto la supervisione del Comitato per la pace’. Quest’ultimo sarà guidato dallo stesso Trump e includerà personalità internazionali come l’ex Premier britannico Tony Blair. Hamas sarà esclusa dalla futura governance: i suoi membri dovranno deporre le armi e accettare la “coesistenza pacifica” con Israele per ottenere l’amnistia. Nella Striscia sarà dispiegata una forza di stabilizzazione internazionale, con il supporto di diversi Paesi arabi, per garantire sicurezza e ordine durante la transizione.
Un ruolo centrale sarà riservato anche all’Autorità Nazionale Palestinese, che potrebbe tornare a controllare Gaza come passo preliminare verso la creazione di uno Stato palestinese. “Potrebbero finalmente esserci le condizioni per aprire un percorso credibile verso l’autodeterminazione e la creazione di uno Stato palestinese, che riconosciamo come l’aspirazione del popolo palestinese”, recita il testo del piano.

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