L’esercito francese ha arrestato due membri dell’equipaggio di una petroliera sospettata di appartenere alla cosiddetta “flotta ombra” russa, un sistema parallelo di navi che Mosca utilizzerebbe per eludere le sanzioni occidentali e condurre operazioni clandestine. L’imbarcazione, lunga 244 metri e battente bandiera del Benin, è stata intercettata al largo di Saint-Nazaire, sulla costa atlantica nord-occidentale, dopo una rotta anomala che l’ha portata a incrociare le acque danesi nei giorni in cui misteriosi droni hanno sorvolato aeroporti e siti strategici del Paese. I militari francesi, in mimetica e con il volto coperto, sono saliti a bordo nella serata di martedì. I due arrestati si sono identificati come il comandante e il suo vice. Secondo il procuratore di Brest, Stéphane Kellenberger, le accuse riguardano “reati marittimi”, tra cui l’assenza di documentazione sulla nazionalità della nave e il rifiuto di obbedire agli ordini delle autorità. La petroliera, chiamata “Pushpa” o “Boracay”, è stata rimorchiata in acque internazionali francesi per consentire l’apertura formale dell’inchiesta. Il presidente Emmanuel Macron ha parlato di “gravi responsabilità” dell’equipaggio, pur mantenendo cautela sul possibile legame con i sorvoli di droni in Danimarca. Secondo fonti investigative, la nave potrebbe essere stata utilizzata come piattaforma di lancio o copertura per operazioni parallele. L’episodio alimenta nuove tensioni tra Parigi e Mosca, in un contesto europeo già segnato da allarmi sulla sicurezza marittima e da crescenti sospetti sulle attività della flotta fantasma. Per ora, la nave è sotto sequestro. Ma le domande restano aperte — e le acque, agitate.
Francia, arrestati due membri dell’equipaggio di una nave sospetta: si riaccende l’ombra della flotta russa
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