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AppLI, l’intelligenza artificiale che accorcia la distanza tra scuola e lavoro

sabato, 27 Settembre 2025
2 minuti di lettura

La via breve tra studio e lavoro. ApplI trasforma l’energia dei giovani in traiettorie reali
Non è l’ennesima app che promette miracoli e poi ti lascia davanti a un menù infinito. AppLI è stata creata dal Ministero del Lavoro con un’idea semplice e ambiziosa: prendere sul serio l’energia dei giovani e darle una direzione concreta. Dentro c’è tecnologia di ultima generazione, certo, ma la notizia è un’altra: qui l’intelligenza artificiale è al servizio delle persone, non il contrario.
“AppLI nasce per rimettere in moto i percorsi interrotti. Non decide al posto dei ragazzi, li rimette al centro: li aiuta a nominare ciò che sanno già fare, a colmare ciò che manca, a scegliere traiettorie realistiche senza rinunciare alle passioni. Vogliamo un’IA che ascolta, non che giudica; che apre possibilità, non che chiude orizzonti”, dice Vincenzo Caridi, Capo Dipartimento del Lavoro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
AppLI funziona così: parte dall’ascolto. Non chiede “che lavoro vuoi fare tra dieci anni?”, domanda “cosa possiamo fare adesso per avvicinarci alla meta”. Legge il profilo, mette ordine tra esperienze e obiettivi, propone azioni immediate: rifinire il curriculum, iscriversi a un micro-corso, fissare un colloquio, raccogliere un feedback. Ogni passo compiuto aggiorna il quadro, riapre alternative, costruisce una traiettoria. È orientamento in movimento, non un questionario da archiviare.
Sotto la superficie c’è una IA generativa multi-agente: una squadra di “specialisti digitali” che si parlano tra loro. C’è chi interpreta il curriculum, chi scandaglia la formazione, chi ragiona sul matching con le offerte, chi suggerisce il piano B se il piano A non funziona. Niente risposte generiche: proposte motivate, con tempi, contatti, documenti utili. L’obiettivo non è indovinare il futuro, ma accorciare la distanza fra talento e opportunità.
La differenza, però, si misura nel tono. AppLI non punta a “correggere” i ragazzi: li abilita. “Colmare ciò che manca” diventa allenamento: un badge di competenze digitali, un workshop di public speaking, un project work con un’impresa, un modulo sulla sicurezza online. Micro-vittorie che fanno curriculum e, soprattutto, fiducia. Il contrario della panchina: minuti giocati, esperienza vera.
C’è anche un punto di metodo che vale la firma. Ogni suggerimento viene spiegato: perché questa scelta ha senso adesso, quale esperienza valorizza, quali porte può aprire domani. La trasparenza non è un dettaglio tecnico: è potere d’orientamento. Se capisco il nesso tra la mia storia e la proposta, sono io a guidare. L’IA non fa profezie, argomenta.
Naturalmente, quando la complessità sconfina oltre lo schermo—pratiche, trasferimenti, fragilità economiche o familiari—il digitale fa un passo di lato e chiama persone vere: tutor, sportelli territoriali, servizi specialistici. È qui che l’idea di “infrastruttura civica” prende senso: non un servizio isolato, ma una regia che orchestra pubblico, territorio, scuola, imprese.
Cambiano anche le metriche. Non basta contare accessi e download. Ha più valore misurare il tempo risparmiato nella giungla delle informazioni, il numero di passi conclusi per un obiettivo, la coerenza fra aspettative e proposta, la capacità di ripartire senza perdere ritmo. Sono indicatori che parlano la lingua dell’impatto personale, quella che a un certo punto diventa impatto sociale.
Resta il tema del patto di fiducia. AppLI si presenta come spazio sicuro: dati sotto controllo dell’utente, scelte reversibili, raccomandazioni comprensibili. È la condizione perché i ragazzi tornino ogni giorno, con la naturalezza con cui si apre un navigatore quando si cambia strada. Se il servizio non genera fiducia, non genera uso; se non genera uso, non genera futuro.
In fondo la notizia è tutta qui: i giovani al centro della scena, non ai margini della cornice. AppLI fa il lavoro paziente di togliere attrito, di convertire curiosità in competenza, tentativi in risultati, idee in occasioni. L’energia ce la mettono loro. Lo strumento pubblico serve a non sprecarla.
E quella frase di Caridi resta una bussola operativa, non un motto da brochure. Un’IA che ascolta e apre possibilità: è da lì che passa la differenza tra un software ben fatto e un pezzo d’Italia che decide di correre più forte.

Redazione

Redazione

“La Discussione” è una testata giornalistica italiana fondata nel 1953 da Alcide De Gasperi, uno dei padri fondatori dell’Italia moderna e leader di spicco nella storia politica del nostro paese.

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