Serve una crescita equa e sostenibile dove Stato e cittadini vadano nella stessa direzione
La buona notizia c’è e siamo i primi a sottolinearlo. La promozione dell’Italia da parte di Fitch a BBB+ con outlook stabile è senz’altro un segnale positivo, perché indica maggiore fiducia nei confronti della sostenibilità del debito italiano. Un riconoscimento concreto prezioso a cui va dato il merito al lavoro del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al ministro dell’Economia e finanza Giancarlo Giorgetti e all’azione del Governo. I potenziali benefici sono diversi, ma ne evidenziamo almeno tre come: una maggiore attrattività per gli investitori internazionali; la riduzione dello spread e maggiori margini di manovra per lo Stato sui mercati.
Ridurre il divario tra economia e vita
Bisogna tuttavia, come d’altronde impone l’economia, vedere ’altra faccia della medaglia, cioè i conti del “quotidiano”, quelli che mostrano, quel divario tra la “buona salute” dei conti pubblici e le difficoltà economiche di famiglie, lavoratori e imprese. Questo per sottolineare come a nostro giudizio il miglioramento dei conti dello Stato deve tradursi anche in benefici concreti per la popolazione. Avere conti pubblici in ordine è necessario ma non è sufficiente se famiglie e imprese non percepiscono miglioramenti reali. Bisogna mettere in campo indicazioni e proposte concrete che potrebbero essere attuate per colmare questo divario. Ne elenchiamo alcune dando voce alle richieste delle Associazioni di categoria e produttive, che si dicono pronte ad un confronto con il Governo.
Lavoro e studio, ridurre i fitti
Ad esempio i costi della mobilità – quando per esigenze di lavoro o di studio – si renda necessario trasferirsi con costi dei fitti proibitivi. Allora un Piano nazionale per gli affitti agevolati: incentivi fiscali per i proprietari che affittano a canone calmierato a giovani, lavoratori e studenti.
Così come sarebbe giusto porre in essere detrazioni fiscali potenziate in busta paga per canoni di locazione (soprattutto per lavoratori fuori sede). Oppure prevedere un incremento dell’edilizia residenziale pubblica e sociale, in particolare nelle città universitarie e nelle grandi aree metropolitane. Cioè zone dove c’è più richiesta di mobilità di lavoro e di studio.
Imprese, stipendi e taglio fiscale
In questi giorni si è acceso un dibattito positivo sulla esigenza di definire un taglio del cuneo fiscale strutturale, ma questa riduzione, dovrebbe essere, non solo una tantum, ma – se vogliamo rilanciare i consumi come sollecitano Confcommercio e Confesercenti sempre più in allarme per le sorti dei negozi che operano in piccoli spazi – è necessario ridurre la differenza tra quanto costa un lavoratore all’azienda e quanto percepisce in busta paga. Soldi che possono essere spesi proprio in quei negozi che oggi fanno fatica a tener testa allo strapotere del commercio online. Tra le proposte le semplificazioni fiscali e contributive per le micro-imprese e partite IVA, così come la Flat tax incrementale estesa e semplificata, per favorire la crescita delle piccole attività senza penalizzarle
Sanità pubblica più risorse
Tra le questioni che più interessano i cittadini, parliamo di una Italia dove i 70enni sono il doppio dei 20enni; è la sanità. Bisogna ridurre le liste di attesa per i cittadini che si rivolgono al Servizio sanitario nazionale, prevedendo, inoltre, detrazioni più forti sulle spese sanitarie per le famiglie a basso reddito. Molti servizi essenziali non possono rimanere sulla carta, ma va potenziata la sanità territoriale per evitare il pericoloso sovraccarico degli ospedali.
Energia e credito, possibile intervenire
Come noto a incidere negli ultimi anni sui bilanci di famiglie e imprese è il costo dell’energia. Bisogna promuovere in modo migliore le iniziative delle Comunità energetiche locali, anche attraverso cooperative di cittadini e PMI. Dando la possibilità a chi non può pagare di attuare degli sgravi sulle bollette per imprese energivore e famiglie in difficoltà. Così come bisogna che ci sia uno Stato che dialoghi con le banche e favorisca un accesso semplificato al credito per micro-imprese e artigiani (magari attraverso garanzie statali). Si possono promuovere quelle politiche di sostegno alle filiere locali dove ci sono particolari realtà, in agricoltura, artigianato, turismo, commercio di prossimità.
Italia promossa e vita quotidiana
Sono pochi esempi che tuttavia avrebbero un impatto importante per i cittadini, lo ripetiamo il miglioramento del rating è una condizione favorevole, ma non è l’unico traguardo. Ora è il momento di usare questa credibilità riconquistata per mettere in campo una politica economica che non si limiti a soddisfare i mercati, ma che risponda ai bisogni concreti delle persone e delle imprese. C’è una crescente e positiva attenzione delle Associazioni di categoria verso il Governo e la Manovra economica, c’è da augurarsi che ci sia un coinvolgimento delle parti sociali su temi che partono dalle esigenze dal “basso”. Solo così sarà possibile parlare di una crescita reale, equa e sostenibile, dove i “conti” e la “vita quotidiana” vadano nella stessa direzione.