L’escalation dell’offensiva militare a Gaza City sta avendo conseguenze drammatiche sui più piccoli. Secondo lʼUnicef, oltre 450.000 bambini, già provati da quasi due anni di conflitto, vivono oggi “sull’orlo della sopravvivenza”, mentre si diffondono carestia e distruzione. L’uso di armi esplosive in aree densamente popolate sta causando un numero sproporzionato di vittime civili e la distruzione di abitazioni, scuole e sistemi idrici vitali, con il rischio concreto di rendere Gaza “inabitabile”. Simbolo di questa tragedia è Wesam, bimba di tre anni, unica sopravvissuta a un attacco notturno nel quartiere di Zeitoun. La piccola è ricoverata in gravi condizioni in un ospedale di Gaza City, dove le è stata quasi amputata una gamba. Nel raid ha perso la madre incinta, il padre, il fratello e i nonni.
LʼUnicef conferma la carestia in atto: negli ultimi due mesi più di 10.000 bambini sono stati diagnosticati con malnutrizione acuta. Ben 2.400 minori, attualmente in trattamento per malnutrizione grave, rischiano di morire se non riceveranno cure. Particolarmente vulnerabili anche i neonati prematuri nelle incubatrici, i bambini feriti in terapia intensiva e quelli con disabilità. “I medici sono disperati – sottolinea l’organizzazione – non hanno alcuna possibilità di garantire protezione o cure adeguate. Non c’è nessun posto sicuro dove andare”.
Appello alla comunità internazionale
Richiamando le norme del diritto internazionale, lʼUnicef chiede a Israele di rispettare i propri obblighi legali e ai leader mondiali di agire con urgenza per evitare “una catastrofe ancora più grave”. L’organizzazione invoca un cessate il fuoco immediato e duraturo, il rilascio di tutti gli ostaggi da parte di Hamas e degli altri gruppi armati, un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli per cibo, acqua, carburante e medicinali, la protezione dei civili e delle infrastrutture come ospedali e rifugi, la libertà di movimento per chi desidera cercare aree più sicure senza costrizioni e un accesso costante delle organizzazioni umanitarie. Secondo lʼUnicef, in meno di due anni oltre 50.000 minori sono stati uccisi o mutilati nella Striscia. “Qualsiasi ulteriore intensificazione dell’offensiva militare a Gaza City – ammonisce l’organizzazione – moltiplicherebbe esponenzialmente le sofferenze dei bambini, strappando loro anche l’ultima residua protezione. Quanti altri ne occorreranno prima che il mondo agisca? Non possiamo continuare a deluderli”.
Ci sono più di 50 conflitti in atto nel mondo non vi sembra ci sia una certa ipocrisia occuparsi solo di Gaza tenuto conto che sono gli artefici delle loro disgrazie?