La Russia ha lanciato nella notte tra sabato e ieri un attacco aereo di portata record: secondo Kiev, 13 missili e oltre 800 droni kamikaze hanno preso di mira quasi tutte le regioni ucraine. Per la prima volta dall’inizio dell’invasione, sono stati colpiti i piani alti della sede del Governo nella capitale: un incendio è divampato nell’edificio e una colonna di fumo è stata visibile per ore.
Il bilancio provvisorio parla di almeno tre morti – tra cui un neonato di due mesi – e decine di feriti solo a Kiev; tra i quartieri più colpiti Sviatoshynskyi, Darnytskyi e Pecherskyi, con condomini, scuole e auto in fiamme. Le autorità cittadine stimano danni a 12 palazzi residenziali e a cinque istituti scolastici. Esplosioni sono state segnalate anche a Odessa, Kharkiv, Dnipro, Kryvyi Rih e Zaporizhzhia, dove sono rimasti feriti almeno 15 civili. Nel nord-est, nella regione di Sumy, un bombardamento ha ucciso una persona e ferito, tra gli altri, un bambino di nove anni.
“Ogni giorno dobbiamo rendere l’Ucraina più forte”, ha detto nel discorso serale il presidente Volodymyr Zelensky, ringraziando difesa aerea e soccorritori. Mosca sostiene di aver colpito esclusivamente obiettivi militari: fabbriche di armamenti, infrastrutture di trasporto, aeroporti, arsenali e strutture per droni. Kiev replica che l’attacco ha preso di mira infrastrutture civili e il “cuore del governo” della capitale.
La risposta ucraina
Nelle stesse ore, le forze ucraine hanno rivendicato un’ondata di attacchi contro infrastrutture energetiche sul territorio russo: colpita la raffineria di Ilsky, nel territorio di Krasnodar, dove un incendio è stato domato, e danneggiata la stazione LVDS 8-N dell’oleodotto Druzhba nella regione di Bryansk. Kiev parla di “danni ingenti” per ridurre il potenziale offensivo russo e ostacolare l’approvvigionamento di carburante alle truppe.
Le autorità russe hanno confermato solo incendi circoscritti e nessuna vittima. Mosca, dal canto suo, ha denunciato un attacco di droni ucraini contro il tetto del centro di addestramento della centrale nucleare di Zaporizhzhia, senza impatto sulla sicurezza e sui livelli di radiazioni. Non sono arrivate conferme indipendenti.
Pressioni politiche e sanzioni: la linea degli alleati
L’attacco ha scatenato reazioni a catena nelle capitali occidentali. Emmanuel Macron ha definito la Russia “sempre più chiusa nella logica di guerra e terrore”, promettendo con Kiev una “risposta adeguata” concordata in una lunga telefonata con Zelensky.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha parlato di “scherno alla diplomazia” e ha annunciato ulteriore stretta su sanzioni e garanzie di sicurezza. Per Kaja Kallas si tratta di “chiara escalation”; Donald Tusk ha invitato Stati Uniti ed Europa a una risposta immediata e coordinata; Giorgia Meloni ha definito Mosca “più interessata ad aumentare la ferocia degli attacchi che ai negoziati”; il premier britannico Keir Starmer ha accusato Vladimir Putin di agire “sentendosi impunito”.
Dal fronte statunitense, il segretario al Tesoro Scott Bessent ha rilanciato l’ipotesi di sanzioni e dazi secondari contro chi acquista petrolio russo: “Se Ue e Usa agiranno insieme, l’economia russa crollerà e Putin sarà costretto a trattare”. Oggi a Washington sono attesi colloqui tecnici con i responsabili europei del dossier.
Mosca: “Dialogo ancora difficile”. Kiev arresta un deputato filorusso
Il Cremlino, per voce del portavoce Dmitrij Peskov, ha parlato di un “dialogo ancora difficile” in vista di possibili contatti internazionali sul conflitto. Intanto la retorica si fa più dura: la portavoce degli Esteri Maria Zakharova ha attaccato l’Europa, accusandola di aver “rovinato il proprio continente”. Sul fronte interno ucraino, i servizi di sicurezza (Sbu) hanno annunciato l’arresto di un parlamentare latitante di un partito filorusso bandito, accusato di tradimento e legami con l’“influenza russa” su istituzioni anticorruzione.
La situazione al fronte e la diplomazia
Sul terreno, il comandante in capo Oleksandr Syrskyi ha definito “critico” il settore di Pokrovsk: nell’ultima settimana, secondo Kiev, le forze ucraine hanno respinto circa 350 attacchi e riconquistato 26 km² dopo le perdite di agosto. In parallelo, il ministro degli Esteri Andrii Sybiha ha sollecitato una “forte pressione transatlantica” e ha discusso con Kaja Kallas il 19° pacchetto di sanzioni Ue e le priorità ucraine: difesa aerea e resilienza energetica in vista dell’inverno.
Zelensky, dopo la telefonata con Macron, ha aggiornato il bilancio nazionale a quattro vittime e oltre 44 feriti, promettendo nuove misure congiunte per rafforzare gli scudi antiaerei. Nel frattempo, a Kiev i numeri dei danni continuano a salire: decine di appartamenti da riparare, centinaia di finestre da sostituire e operazioni di ricerca e soccorso ancora in corso sotto le macerie dei condomini più colpiti.