Inutile girarci troppo intorno: quello di Sergio Mattarella, ieri, è stato un monito che guarda oltre l’Italia e che sembra rivolgersi anche a Donald Trump. Già, perché ieri al Forum Ambrosetti di Cernobbio il Presidente della Repubblica ha parlato con parole che non hanno lasciato spazio a particolari fraintendimenti.
Nel suo videomessaggio il Capo dello Stato ha ribadito che l’Unione europea è, e resta, una costruzione di pace, stabilità e progresso: “Non ha mai scatenato un conflitto, non ha mai avviato uno scontro commerciale. Al contrario, ha agevolato intese e dispiegato missioni di pace”, ha ricordato, mettendo in fila risultati che oggi sembrano dati per scontati, ma che sono invece la sostanza di settant’anni di integrazione. Poi l’affondo che ha dato il senso politico al suo intervento: “Come è possibile che l’Europa oggi venga considerata da alcuni un ostacolo, un avversario se non un nemico?”. Una domanda retorica che assume un sapore preciso se inserita nel dibattito internazionale. È difficile non leggere in queste parole un riferimento indiretto al Tycoon, che da sempre guarda all’Europa non come a un alleato ma come a un concorrente fastidioso.
Trump e l’Europa “nemica”
Durante la sua presidenza Trump ha ripetutamente accusato l’Uedi “sfruttare” gli Stati Uniti sul piano commerciale, ha imposto dazi contro Paesi europei alleati, ha ridicolizzato la Nato e ha trattato Bruxelles più come rivale che come partner. La sua visione è chiara: meno vincoli multilaterali, più rapporti bilaterali in cui Washington possa imporre condizioni. È esattamente questa impostazione che Mattarella sembra voler contrastare.
Il Capo dello Stato ha ricordato che l’Europa è nata per superare secoli di conflitti interni, ed è diventata un polo capace di esportare valori, diritti e stabilità. Definirla “nemico” significa non solo negarne la storia, ma anche minare la possibilità di affrontare sfide globali che nessun Paese, nemmeno gli Stati Uniti, può gestire da solo: dalla transizione climatica al contrasto alle nuove guerre commerciali, fino alla regolazione delle grandi corporazioni globali, quelle “nuove Compagnie delle Indie” che, come ha detto Mattarella, pretendono poteri superiori a quelli degli Stati.
Per il Presidente il futuro passa dalla capacità dell’Europa di rafforzare le proprie istituzioni e completare l’unificazione. “L’Europa è al tempo stesso necessità e responsabilità”, ha sottolineato, invitando governi, imprenditori, società civile e cultura a sentirsi “partecipi e costruttori, non spettatori inermi”. In un mondo in cui Putin attacca l’Ucraina, Netanyahu continua la guerra a Gaza, Hamas alimenta terrorismo e destabilizzazione, e Xi Jinping mostra i muscoli con parate militari, l’Europa deve scegliere: restare debole e divisa, o diventare un polo credibile di stabilità.
Non è un caso che il Capo dello Stato abbia ammonito anche contro “l’idea di un mondo composto soltanto da avversari, nemici, vassalli o clientes”. È un linguaggio che sembra rispecchiare la visione geopolitica di Trump, basata su rapporti di forza e gerarchie di dominio, e che Mattarella rifiuta apertamente.
Reazioni politiche
Il messaggio è stato subito raccolto dal mondo politico. Nicola Zingaretti ha parlato della necessità di un’Europa “più unita, forte e umana”. Andrea Marcucci ha ringraziato il Presidente per aver ribadito che “il mondo ha bisogno dell’Europa per non soccombere ai regimi autocratici, ad uno in particolare: la Russia di Vladimir Putin”. Pina Picierno ha collegato le parole di Mattarella alla prossima Conferenza di Ventotene, simbolo dell’antifascismo e della lotta per la libertà, ricordando che l’Europa deve offrire un modello alternativo alle autocrazie.
Walter Verini, più esplicitamente, ha tracciato un parallelo diretto: “Trump negli Usa lavora ogni giorno per indebolire le democrazie, colpendo presidi di civiltà e perfino, con i dazi, economie di Paesi storicamente alleati”. Per lui, il richiamo del Quirinale è una bussola da seguire per costruire un’Europa unita non solo sul piano economico, ma anche su sicurezza, diritti, ambiente e innovazione.