La crisi mediorientale si aggrava su più fronti. Israele ha dichiarato “terra statale” 45 ettari in Cisgiordania, l’esercito avanza dentro Gaza City, mentre si moltiplicano le proteste interne contro il governo Netanyahu. Sul piano internazionale cresce la tensione dopo un nuovo attacco dell’IDF contro Unifil in Libano, che ha coinvolto anche il contingente italiano.
L’Amministrazione civile del ministero della Difesa israeliano ha trasformato 456 dunam (pari a 45 ettari) vicino all’avamposto di Havat Gilad, nel nord della Cisgiordania, in “terra statale”, aprendo la strada a nuovi insediamenti e infrastrutture.
Le aree appartenevano amministrativamente ai villaggi palestinesi di Jit, Tell e Fara’ata, anche se non risultano come proprietà privata. Chi ritiene di averne diritto potrà presentare ricorso entro 45 giorni. La decisione ha suscitato l’immediata reazione degli Emirati Arabi Uniti, che hanno ammonito Gerusalemme: “Ogni annessione della Cisgiordania compromette gravemente lo spirito degli accordi di Abramo”, ha dichiarato la viceministra Lana Nusseibeh, ricordando come la normalizzazione del 2020 fosse legata al sostegno alla causa palestinese.
Sul fronte militare, i carri armati israeliani hanno raggiunto Sheikh Radwan, uno dei quartieri più popolosi di Gaza City. Si tratta dell’avanzata più significativa dall’inizio della guerra, con le truppe che da settimane sfondano le periferie e ora puntano al centro urbano. Testimoni riferiscono di case distrutte e campi profughi spazzati via. Tutto ciò avviene nonostante gli appelli internazionali a fermare l’offensiva.
Proteste in Israele
Sul piano interno, la pressione contro il premier Benjamin Netanyahu si intensifica. Durante la “Giornata di disordini” indetta dalle famiglie degli ostaggi, i manifestanti hanno incendiato cassonetti intorno alla residenza ufficiale del primo ministro a Gerusalemme, creando quello che è stato definito un “anello di fuoco”. Le proteste, guidate da Anat Engerst e Vicky Cohen, madri di rapiti, si sono poi spostate davanti alla Knesset. Intanto, 350 riservisti dell’IDF hanno annunciato di non voler partecipare all’assalto a Gaza City, un segnale di frattura all’interno della società israeliana. Parallelamente l’IDF e lo Shin Bet hanno annunciato di aver smantellato una cellula di Hamas con base a Hebron che pianificava un attentato contro il ministro di ultradestra Itamar Ben Gvir, tramite droni esplosivi. Secondo le autorità, la cellula era diretta da Hamas in Turchia.
Libano: tensioni con Unifil
Alta tensione anche al confine settentrionale. Unifil ha denunciato che droni israeliani hanno lanciato quattro granate a pochi metri dai caschi blu impegnati nella rimozione di blocchi stradali vicino a Marwahin. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha parlato di “atto grave e consapevole”, non di errore, annunciando che esprimerà al suo omologo israeliano la totale disapprovazione italiana. Antonio Tajani, titolare della Farnesina, ha ribadito che “colpire Unifil significa mettere a rischio la sicurezza in Libano e la stabilità dell’intera regione”.
La Global Flotilla verso Gaza
Intanto cresce l’attesa per la Global Sumud Flotilla, la missione internazionale che punta a rompere il blocco navale e portare aiuti a Gaza. Quattro parlamentari italiani – Benedetta Scuderi (Avs), Arturo Scotto (Pd), Annalisa Corrado (Pd) e Marco Croatti (M5s) – hanno confermato la loro partecipazione. “Hanno deciso di mettere i loro corpi a disposizione”, ha spiegato Maria Elena Delia del movimento organizzatore.
Gli attivisti denunciano però il sorvolo di droni sulle loro imbarcazioni e segnalano che tre aerei militari israeliani sono atterrati a Sigonella nelle ultime ore. Angelo Bonelli (Avs) ha chiesto chiarimenti al governo, ipotizzando che i velivoli stiano monitorando la Flotilla. Greta Thunberg, intervenuta in collegamento televisivo, ha definito l’iniziativa “un atto di giustizia che i governi occidentali non hanno il coraggio di compiere”.
Eliminato il leader jihadista Daia
Israele ha annunciato l’uccisione di Sabach Salim Sabach Daia, leader della Jihad islamica palestinese a Gaza, ritenuto responsabile del rapimento e dell’uccisione della famiglia Bibas. L’operazione, condotta dall’IDF e dallo Shin Bet, ha colpito uno dei comandanti più attivi nel coordinamento di attentati in Cisgiordania.
A Venezia il film su Hind Rajab
Sul fronte culturale, la tragedia di Gaza arriva anche alla Mostra del Cinema di Venezia. È stato presentato “La voce di Hind Rajab”, il film di Kaouther Ben Hania dedicato alla bambina di cinque anni uccisa nel gennaio 2024 dopo ore di disperata attesa al telefono con i soccorritori. In concorso per il Leone d’Oro, la pellicola si annuncia già come uno degli eventi politici e emotivi più forti del festival.