Nel cuore di Tianjin, durante il 25° vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), il presidente cinese Xi Jinping ha lanciato un messaggio forte e inequivocabile: “No al bullismo nelle questioni di ordine mondiale”. Davanti ai leader di dieci Paesi membri — tra cui Russia, India, Iran e Pakistan — Xi ha denunciato le “intimidazioni” e le “mentalità da Guerra Fredda” che, a suo dire, minano la stabilità globale e ostacolano la cooperazione multilaterale. Il discorso, pronunciato in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche, ha ribadito la volontà di Pechino di promuovere un sistema internazionale “più equo e ragionevole”, in contrapposizione ai modelli occidentali dominanti. Xi ha sottolineato la necessità di “un ordine multipolare inclusivo” e ha invitato i membri SCO a rafforzare la solidarietà regionale e a respingere ogni forma di egemonia. A sostegno di questa visione, la Cina ha annunciato un pacchetto di aiuti da 2 miliardi di yuan — circa 240 milioni di euro — destinato ai partner dell’organizzazione. I fondi, erogati sotto forma di sovvenzioni, mirano a sostenere progetti di sviluppo, infrastrutture e cooperazione economica tra i Paesi membri. Xi ha inoltre promesso ulteriori 10 miliardi di yuan in prestiti attraverso il consorzio bancario SCO, rafforzando il ruolo della Cina come motore finanziario del blocco. La SCO, fondata nel 2001, rappresenta oggi quasi un quarto del PIL mondiale e il 40% della popolazione globale. Con l’ingresso di nuovi membri come Bielorussia e Iran, l’organizzazione si propone come alternativa strategica alle alleanze occidentali, puntando su sicurezza condivisa, dedollarizzazione e sviluppo sostenibile. Il vertice di Tianjin segna un punto di svolta: non solo per la diplomazia asiatica, ma per l’intero equilibrio globale. E la Cina, con Xi al timone, sembra decisa a guidare il cambiamento.
