Almeno 24 persone sono rimaste uccise dall’alba di oggi nella Striscia di Gaza a causa dei bombardamenti israeliani. Lo riporta l’emittente qatariota Al-Jazeera, citando fonti sanitarie locali.
Secondo le prime ricostruzioni, sette vittime sono state registrate a Gaza City, epicentro della nuova operazione militare israeliana, mentre altre sei persone – tra cui alcuni bambini – sono state colpite a Khan Younis, nel sud dell’enclave palestinese. I raid seguono una giornata particolarmente sanguinosa: ieri sono morte 61 persone, tra cui 21 nell’attacco contro l’ospedale Nasser di Khan Younis, dove hanno perso la vita anche cinque giornalisti, secondo quanto riferiscono le autorità di Gaza controllate da Hamas.
Sull’episodio che ha colpito l’ospedale è intervenuto il Premier israeliano Benjamin Netanyahu. In una dichiarazione diffusa in inglese, il capo del governo ha espresso ʼʼprofondo rammaricoʼʼ per quanto accaduto. ʼʼIsraele apprezza il lavoro dei giornalisti, del personale medico e di tutti i civili. Le autorità militari stanno conducendo un’indagine approfonditaʼʼ, si legge nella nota.
Netanyahu ha ribadito che ʼʼla guerra di Israele è contro i terroristi di Hamasʼʼ e che l’obiettivo rimane ʼʼsconfiggere Hamas e riportare a casa gli ostaggiʼʼ.
Crisi diplomatica con il Brasile
Sul fronte internazionale, le tensioni si allargano anche alla diplomazia. Le relazioni tra Israele e Brasile sono state declassate dopo il rifiuto da parte di Brasilia di approvare Gali Dagan come nuovo Ambasciatore israeliano. Il ministero degli Esteri di Tel Aviv, citato dal Jerusalem Post, ha spiegato che la decisione brasiliana di non rispondere alla richiesta di accreditamento ha portato al ritiro ufficiale della candidatura. ʼʼLe relazioni tra i due Paesi saranno ora condotte a un livello diplomatico inferioreʼʼ, ha annunciato il dicastero.
La crisi è acuita dalla posizione critica del Presidente Luiz Inácio Lula da Silva, che nelle scorse settimane ha accusato Israele di aver compiuto un genocidio a Gaza. Dichiarazioni che hanno portato Tel Aviv a dichiarare Lula “persona non grata”.
Il Brasile, dal canto suo, non ha più un ambasciatore in Israele da quando l’ex capo missione è stato richiamato lo scorso anno.