In occasione del 24 agosto, Giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina, ieri Papa Leone XIV ha trasmesso al presidente Volodymyr Zelensky un messaggio di vicinanza.
Ha scritto: «Con il cuore ferito dalla violenza che devasta la vostra terra, mi rivolgo a voi», aggiungendo la sua preghiera «per tutti coloro che sono feriti nel corpo, per coloro che hanno perso una persona cara e per coloro che sono stati privati delle loro case».
Il Pontefice ha poi chiesto che «il clamore delle armi taccia, cedendo il posto al dialogo» e favorisca «la strada della pace per il bene di tutti». Ha concluso affidando il Paese a «la Beata Vergine Maria, Regina della Pace».
Appello universale alla pace e alla giustizia
Durante l’Angelus tenutosi nello stesso giorno, Papa Leone ha esortato a non dimenticare le regioni colpite dalla violenza. In particolare, ha rivolto un pensiero al Mozambico: «Alla popolazione di Cabo Delgado… ho fatto appello a non dimenticare questi nostri fratelli e sorelle», auspicando che la pace e la sicurezza siano presto ristabilite.
Sfida di fede: entrare per la porta stretta
Parlando ai fedeli in Piazza San Pietro, il Papa ha riflettuto sul Vangelo del giorno: «Gesù chiama i cristiani a passare attraverso la porta stretta» e ha ammonito: questa è una provocazione contro «la presunzione di coloro che pensano di essere già salvati» praticando solo gesti religiosi.
Incontro significativo con i rifugiati di Chagos
Nella stessa settimana, il Papa ha ricevuto in Vaticano una delegazione di circa 15 rifugiati delle isole Chagos, costretti all’esilio negli anni ’60 e ’70. Ha definito la loro deportazione come una «grave ingiustizia» e ha espresso soddisfazione per il nuovo trattato tra Regno Unito e Mauritius che apre alla loro possibile rimpatrio, auspicando che le autorità locali garantiscano il loro ritorno. Ha affermato: «Nessuno può essere costretto all’esilio».
Prime ipotesi sul viaggio internazionale
Secondo quanto rivelato dal patriarca maronita libanese, il primo viaggio internazionale del Papa potrebbe essere in Libano entro la fine dell’anno. Potrebbe seguire a una visita commemorativa in Turchia per il 1.700° anniversario del Concilio di Nicea, anche se al momento non ci sono conferme ufficiali da parte del Vaticano.
Un passo verso la vita comunitaria
Tra le novità interne alla Santa Sede, si apprende che Papa Leone XIV intende trasferirsi nell’appartamento papale all’interno del Vaticano, trasformandolo in una residenza condivisa con alcuni frati agostiniani, un italiano, un filippino e un nigeriano, che si occupano della sua veste papale. Una scelta che riflette il suo vissuto nell’Ordine Agostiniano e il valore che attribuisce alla comunità e alla fraternità.