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Cavo Dragone: “Ucraina, sostegno Nato più forte. Mosca fa melina”

sabato, 23 Agosto 2025
1 minuto di lettura

“Gli ucraini si dimostrano ottimi combattenti. Un esercito che deve restare dalla nostra parte, un modello per l’Europa. Il nostro pieno sostegno per l’Ucraina non è mai cambiato e non muterà sino a che non ci sarà una pace giusta e duratura”. Con queste parole l’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Presidente del Comitato militare della Nato, ha ribadito in un’intervista al Corriere della Sera la linea dell’Alleanza atlantica: sostegno fermo a Kiev, con la volontà di rafforzare ulteriormente l’impegno. L’Ammiraglio ha confermato che l’appoggio Nato non solo proseguirà, ma verrà intensificato. “Intendiamo proseguire gli aiuti militari e anche aumentarli. Ormai è chiaro che gli ucraini cercano il dialogo, ma i russi sono riluttanti e fanno melina per prendere tempo. Spero che vengano inasprite le sanzioni mirate a fare crescere la tensione interna contro Putin. La nostra speranza è permettere all’Ucraina di negoziare da una posizione forte”.
Durante la conferenza del 20 agosto, che ha riunito i vertici militari dei 32 Paesi Nato e della Coalizione dei Volenterosi, è stato compiuto un passo avanti nel coordinamento degli aiuti grazie al varo del PURL (Prioritized Ukrainian Requirement List), uno strumento che raccoglie le richieste militari di Kiev, validate dal comando Nato in Europa e finanziate rapidamente con fondi condivisi.
“A oggi la formula PURL ha inviato armi per un valore di un miliardo e mezzo di dollari”, ha spiegato Cavo Dragone, ricordando che i pacchetti già attivati sono stati sostenuti da Paesi Bassi, Danimarca, Finlandia, Svezia e Germania. Le forniture hanno riguardato soprattutto difesa aerea contro missili e droni, oltre a munizioni di vario calibro, considerate priorità assolute.

I numeri dell’impegno

Secondo l’Ammiraglio, “i Paesi Nato hanno dato il 99% degli aiuti militari complessivi. Nel 2024 il loro valore ha toccato i 50 miliardi di dollari. Dal primo gennaio 2025 siamo già a 33 miliardi, ma per la fine dell’anno saremo in linea col dato precedente”. Un impegno che, sottolinea, rappresenta la base per mantenere la resistenza ucraina e garantire a Kiev la possibilità di sedersi a un tavolo negoziale senza essere schiacciata dallo squilibrio militare.
Sul fronte diplomatico, Cavo Dragone è netto: “Questi temi sono parte della politica internazionale e del negoziato con Mosca”. A Bruxelles non si discute di inviare contingenti di terra: “Non abbiamo assolutamente parlato di forze Nato sul campo”. Le eventuali missioni di sicurezza restano una questione tutta politica, ancora da definire.

La prospettiva

Quanto alle recenti dichiarazioni del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, secondo cui Mosca dovrebbe essere coinvolta nelle garanzie di sicurezza, lʼAmmiraglio le ha liquidate come “parte del gioco delle parti”. “Capisco benissimo gli ucraini – ha aggiunto –. Siamo ancora molto lontani da qualsiasi accordo. Occorre trattare e servirebbe un cessate il fuoco presto per negoziare”.

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