Un terremoto giudiziario scuote la monarchia norvegese. Marius Borg Hoiby, figlio della principessa ereditaria Mette-Marit, è stato formalmente accusato di 32 reati, tra cui quattro capi d’imputazione per stupro, violenza domestica, vandalismo e violazione della privacy. Il giovane, 28 anni, è nato da una relazione precedente al matrimonio della principessa con il principe ereditario Haakon, e ha vissuto sotto i riflettori della corte reale sin dall’infanzia. L’arresto risale al 4 agosto 2024, quando Hoiby fu fermato per aver aggredito la sua ex fidanzata. Da quel momento, le indagini hanno portato alla luce una serie inquietante di episodi, tra cui violenze sessuali avvenute tra il 2018 e il 2024, alcune delle quali documentate tramite registrazioni non consensuali. Secondo il procuratore Sturla Henriksbo, “si tratta di atti molto gravi che possono lasciare cicatrici indelebili e distruggere vite. Il fatto che l’imputato appartenga alla famiglia reale non deve influenzare il trattamento giudiziario”. Le prove raccolte includono testimonianze dirette, messaggi compromettenti e contenuti digitali. Una delle vittime ha dichiarato che Hoiby avrebbe agito “sotto l’effetto di alcol e cocaina dopo una lite”, ammettendo solo uno degli episodi contestati. La difesa, intanto, ha fatto sapere che il giovane “prende molto seriamente le accuse”, pur negando la maggior parte dei reati. La casa reale ha mantenuto il silenzio, limitandosi a confermare che il procedimento seguirà il suo corso. Ma il caso ha già sollevato un acceso dibattito pubblico sul ruolo della monarchia e sulla responsabilità individuale, anche all’interno delle istituzioni più simboliche del Paese.
