Nella luminosa mattinata festiva dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, Papa Leone XIV ha celebrato l’Angelus dalla storica piazza della Libertà a Castel Gandolfo, rinnovando un gesto pastorale ricco di riflessione e speranza per i fedeli radunati. Giro di riflettori sul messaggio della Madre di Dio come icona di speranza, nei testi conciliari e nel cuore del Giubileo della Speranza.
Il Pontefice ha preso le mosse da un brano della Lumen Gentium, sottolineando come Maria, “nel corpo e nell’anima”, sia “immagine e principio della Chiesa come sarà perfezionata nel mondo a venire”, e “segno certo di speranza e consolazione per il popolo pellegrino di Dio” Vatican. Poi ha richiamato le parole di Dante nel canto finale del Paradiso, in cui la Vergine è definita “la sorgente vivente della speranza”.
Collegando questi riferimenti al tema giubilare “Pellegrini di speranza”, Leone XIV ha invitato i fedeli a guardare Maria come guida nel cammino della vita, “un obiettivo bello e attrattivo” capace di ravvivare la speranza anche nei momenti di stanchezza.
Dopo L’Angelus, appello alla pace
Nel suo discorso dopo l’Angelus, il Papa ha affidato all’intercessione di Maria il grido per la pace. Rifacendosi alla proclamazione del dogma dell’Assunzione da parte di Pio XII durante la Seconda Guerra Mondiale, Leone XIV ha denunciato la persistenza di violenze “sempre più assordanti” nel mondo attuale, e ha esortato a non rassegnarsi alla logica della guerra.
“Dio è più grande del peccato degli uomini”, ha affermato, spronando a credere che solo nella misericordia si possa tornare sulla via della pace. Invitando i fedeli a non rassegnarsi alla logica del conflitto e delle armi, il pontefice ha aggiunto: “Ancora oggi purtroppo ci sentiamo impotenti di fronte al dilagare nel mondo di una violenza sempre più sorda e insensibile a ogni moto di umanità.
Eppure non dobbiamo smettere di sperare. Dio è più grande del peccato degli uomini, non dobbiamo rassegnarci al prevalere della logica del conflitto e delle armi” le parole del pontefice da piazza della Libertà.
Lo scenario in cui è avvenuto questo messaggio è significativo: Castel Gandolfo, residenza estiva papale, tornata attiva quest’anno per offrire refrigerio al Pontefice e ospitare momenti pubblici come l’Angelus del 15 agosto.
Il “si” di Maria
Nel pomeriggio, durante la Messa nella parrocchia di San Tommaso da Villanova, Leone XIV ha insistito sul “sì” di Maria come modello per i testimoni di fede e giustizia nel mondo contemporaneo.
Ha evidenziato che, se prevalgono le sicurezze umane, la fede invecchia e subentra la morte – fatta di rassegnazione, nostalgia e insicurezza – mentre il “Magnificat” continua a temprarsi nelle comunità segnate dalla fede, dalla pace e dall’amore fraterno.
In definitiva, quell’Angelus del 15 agosto 2025 è stato un momento di forte coerenza tra simbolo e contesto: mentre la Chiesa celebra l’Assunzione, il Papa ha indicato nella Madre di Dio una guida per affrontare le sfide del presente, alimentando speranza e pace nel cuore del popolo fedele.