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Hotel italiani, aumenti da record: Venezia in cima alla classifica

Dal 2021 al 2025 i prezzi delle camere d’albergo sono saliti fino al 65% in alcune città. L’analisi dell’Unione Nazionale Consumatori fotografa forti differenze tra le mete più turistiche e quelle meno battute
venerdì, 15 Agosto 2025
2 minuti di lettura

L’estate 2025 conferma un trend che molti viaggiatori avevano già percepito prenotando le vacanze: dormire in hotel in Italia è sempre più caro. Lo rileva uno studio dell’Unione Nazionale Consumatori, che ha confrontato i prezzi di luglio 2021 con quelli dello stesso mese del 2025, fotografando un’impennata dei costi in gran parte delle città turistiche. In testa alla classifica c’è Venezia, dove i pernottamenti sono saliti del 64,7% in quattro anni.

Le città con i rincari più alti

Dopo Venezia, sul podio si piazzano Milano, con un aumento del 60%, e Firenze, al 58,8%. Subito dietro compaiono Grosseto con un +57,5% e Lucca con +56,6%. Trieste, Palermo e Napoli registrano incrementi compresi tra il 52 e il 55%, mentre Como e Roma superano di poco la soglia del 50%. Si tratta di valori nettamente superiori all’inflazione media registrata nello stesso periodo, pari al 17%, e perfino oltre la crescita media nazionale dei servizi di alloggio, che si è attestata al 38,6%.

Chi cresce meno e chi taglia i prezzi

Non ovunque il costo delle camere è schizzato alle stelle. In alcune città i prezzi sono rimasti quasi stabili, come a Massa Carrara, che segna un modesto +2,9%, a Trapani con +5,8% e a Parma con +8,3%. Questi casi rappresentano eccezioni in un quadro generale di aumenti, che per molte famiglie hanno reso più difficile organizzare soggiorni fuori casa.

L’andamento nell’ultimo anno

Se si guarda al periodo più recente, da luglio 2024 a luglio 2025, la crescita dei prezzi è stata in media contenuta. Gli hotel italiani hanno registrato un rincaro dell’1,3%, in linea con l’inflazione generale dell’1,7%. Tuttavia, alcune località hanno fatto segnare rialzi decisamente più marcati, come Lucca con +20,2%, Caserta con +13,7% e Rimini con +10,9%.

Le città dove i prezzi scendono

Alcune destinazioni storicamente costose mostrano invece un calo dei prezzi. A Firenze l’aumento su base annua è stato solo dello 0,3%, mentre Venezia, Roma e Milano hanno registrato addirittura diminuzioni, rispettivamente dell’1,3%, del 3% e del 7,9%. Ancora più evidente la flessione di Siena, che nell’ultimo anno ha visto i costi scendere del 12,6%. “Siena emerge come la più virtuosa d’Italia sul fronte dei prezzi delle strutture” spiega l’Unione Nazionale Consumatori, sottolineando come in città i pernottamenti risultino oggi più accessibili rispetto ad altre mete turistiche.

Un divario sempre più marcato

Il confronto tra le realtà con aumenti a doppia cifra e quelle con rincari minimi o addirittura cali mostra un’Italia divisa. Da un lato ci sono le grandi città d’arte e i centri turistici più noti, dove la forte domanda continua a spingere i listini verso l’alto. Dall’altro, città meno battute dal turismo di massa o con un’offerta ricettiva meno satura riescono a contenere i costi, o addirittura a ridurli.

Un trend da monitorare

Lo studio dell’Unione Nazionale Consumatori mette in evidenza che, sebbene l’ultimo anno abbia visto aumenti più moderati rispetto al quadriennio precedente, i prezzi restano complessivamente molto più alti rispetto al 2021. Per chi viaggia significa dover mettere in conto spese più consistenti, soprattutto nelle destinazioni più richieste, mentre alcune città si propongono come alternative più economiche, almeno per ora.

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