In vista delle prolungate ondate di calore che stanno investendo la Lombardia e in concomitanza con le previsioni meteorologiche per i prossimi giorni, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana è pronto a firmare un’ordinanza urgente a tutela dei lavoratori esposti alle alte temperature. Il provvedimento, scaturito dalla riunione convocata ieri dall’Assessore al Welfare Guido Bertolaso con organizzazioni sindacali e rappresentanti dei datori di lavoro, entrerà in vigore alle 00.01 di domani e rimarrà operativo fino al 15 settembre 2025. Secondo quanto stabilito dall’ordinanza, nelle giornate in cui la “mappa del rischio” sul sito istituzionale regionale (sezione ‘lavoratori esposti al sole’ – attività fisica intensa ore 12) segnalerà un livello ‘Alto’, sarà vietata ogni attività lavorativa all’aperto tra le 12.30 e le 16 nei seguenti comparti: aree edili, cave e aziende agricole e florovivaistiche
Sono escluse dal divieto le prestazioni di pubblica utilità e gli interventi urgenti, a condizione che vengano applicate tutte le misure di prevenzione previste dalle “Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare”, approvate in sede di Conferenza delle Regioni e Province Autonome.
La priorità
“La nostra priorità è la tutela della salute dei lavoratori – ha dichiarato il Presidente Fontana – soprattutto in momenti come questi, in cui il caldo diventa particolarmente insopportabile. Con questo provvedimento trasformiamo le raccomandazioni in un atto concreto per proteggere chi opera all’aperto durante le ore più calde della giornata”. Nella conferenza stampa dopo l’incontro, Fontana ha ricordato l’invio alle aziende, lo scorso 13 giugno, delle linee guida regionali: “Ora diamo forza alle indicazioni trasformandole in un obbligo giuridico. Continueremo a monitorare attentamente la situazione e ad adottare tutte le misure necessarie”. L’ordinanza – che sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia (BURL) e sul sito istituzionale della Giunta – verrà trasmessa ai Prefetti, ai sindaci dei Comuni lombardi, alle Ats, alle Asst, nonché alle organizzazioni sindacali e datoriali. La violazione delle disposizioni comporterà sanzioni ai sensi dell’art. 650 del codice penale, fatto salvo l’eventuale perseguimento di reati più gravi.