L’Ucraina compie un passo senza precedenti: Volodymyr Zelensky ha firmato il decreto che sancisce il ritiro del Paese dalla Convenzione di Ottawa, il trattato internazionale che vieta l’uso, la produzione e lo stoccaggio delle mine antiuomo. Una decisione che rompe un impegno assunto da Kiev fin dal 2005, ma che, secondo le autorità ucraine, risponde alle mutate condizioni strategiche sul campo. “Non possiamo rispettare restrizioni unilaterali mentre l’aggressore le ignora”, ha dichiarato Roman Kostenko, segretario della Commissione per la sicurezza e difesa del Parlamento. La Russia, che non ha mai aderito alla Convenzione, fa largo uso di mine antipersona dal 2014 e in modo ancora più esteso dall’inizio dell’invasione su larga scala nel 2022. Kiev ritiene che il proprio diritto alla difesa — garantito dall’articolo 51 dello Statuto ONU — sia stato limitato da un trattato “inadeguato alle attuali minacce”. Secondo il Ministero degli Esteri ucraino, anche altri Paesi dell’Europa orientale come Polonia, Finlandia e Stati baltici stanno riconsiderando la loro adesione alla Convenzione.
477 droni e 60 missili
La notte tra sabato e domenica ha visto uno degli attacchi russi più massicci dall’inizio della guerra. Secondo Zelensky, 477 droni, perlopiù Shahed iraniani, e 60 missili di vario tipo hanno colpito infrastrutture civili e militari in tutto il Paese. L’allerta aerea è scattata ovunque: da Mykolaiv a Zaporizhia, da Poltava fino alla regione di Leopoli, nell’ovest del Paese. A Kiev, dove si sono udite esplosioni fin dalla mezzanotte, la difesa aerea è entrata in azione nella zona di Obolon. In un post sui social, Zelensky ha raccontato che “i russi hanno colpito tutto ciò che rende possibile la vita”, citando anche un attacco su un palazzo residenziale a Smila, dove un bambino è rimasto ferito. Particolarmente drammatica la perdita del pilota Maksym Ustymenko, caduto con il suo F-16 dopo aver abbattuto sette bersagli nella stessa notte. “Mosca non si fermerà finché potrà lanciare attacchi di questo tipo. Solo questa settimana abbiamo contato oltre 1270 droni e più di 1100 bombe guidate KAB. Dobbiamo rafforzare la nostra difesa aerea, anche acquistando sistemi americani”, ha detto Zelensky, chiedendo maggiore sostegno internazionale.
Possibile incontro Putin-Trump a ottobre
Il consigliere presidenziale russo Yury Ushakov ha dichiarato che un possibile incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump potrebbe tenersi a New York il prossimo 24 ottobre, in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’ONU. Nessuna data o sede è stata ufficializzata, ma “l’incontro potrebbe avvenire in qualsiasi momento, se i due leader lo vorranno”, ha detto Ushakov. Intanto, il Cremlino lancia un nuovo avvertimento all’Occidente: “Le sanzioni non ci faranno trattare”, ha detto il portavoce Dmitry Peskov. “Più saranno dure, più si ritorceranno contro le economie europee. La Russia ha ormai sviluppato una resistenza a queste misure”.
Lavrov: “I nazisti bruciavano gli ebrei, i nazisti ucraini i russi”
In un’intervista rilasciata ieri alla televisione russa, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha attaccato duramente l’Occidente, accusandolo di voler “infliggere una sconfitta strategica alla Russia usando il regime nazista di Kiev”. Ha poi paragonato gli ucraini ai nazisti tedeschi: “Nel 2014 a Odessa, i russi sono stati bruciati vivi come gli ebrei nei forni”, ha affermato, riferendosi all’incendio della Casa dei Sindacati, una tragedia su cui la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha recentemente condannato l’operato delle autorità ucraine.
Base sottomarina riattivata in Crimea
Il movimento partigiano ucraino “Atesh” ha rivelato che le forze russe starebbero riattivando una base sottomarina sovietica nella baia di Balaklava, in Crimea. L’impianto, noto come Oggetto 825 GTS, era un rifugio nucleare durante la Guerra Fredda. Le demolizioni recenti nell’area e la riapertura dell’ingresso del tunnel suggerirebbero un possibile uso strategico per il lancio di droni navali o lo stoccaggio di munizioni.
Diplomazia e appelli alla pace
Nel mezzo della crisi, Volodymyr Zelensky ha ricevuto ieri a Kiev il presidente polacco uscente Andrzej Duda. In conferenza stampa, Zelensky ha ribadito l’importanza dell’unità tra Ucraina e Polonia: “Non si tratta di cosa vuole la Russia, ma se possiamo fermarla. Combattiamo per la nostra sovranità e indipendenza”.Un ringraziamento speciale è andato a Papa Leone XIV, che ha espresso la sua solidarietà al popolo ucraino durante l’Angelus domenicale: “Prego sempre per la vostra pace”. Zelensky ha risposto con un messaggio su X: “Insieme dobbiamo fermare l’aggressione russa e riportare a casa i nostri detenuti”.