L’India avrebbe negato l’ingresso a un investigatore aeronautico delle Nazioni Unite incaricato di partecipare all’inchiesta sull’incidente del volo Air India 171, precipitato il 12 giugno scorso ad Ahmedabad, causando la morte di oltre 300 persone. Lo riferiscono fonti diplomatiche e giudiziarie, secondo cui il governo indiano avrebbe rifiutato il visto per “motivi di sicurezza nazionale”. L’esperto, il cui nome non è stato reso pubblico, era stato designato dall’ICAO, l’agenzia ONU per l’aviazione civile, per fornire supporto tecnico indipendente alle autorità indiane. Ma secondo quanto riportato da The Hindu e confermato da fonti interne all’ICAO, Nuova Delhi avrebbe espresso “forti riserve” sulla presenza di osservatori esterni, ritenendola “non necessaria” in una fase ancora preliminare dell’indagine. Il rifiuto arriva in un momento delicato: l’inchiesta sul disastro del Boeing 787-8 Dreamliner, diretto a Londra e precipitato pochi secondi dopo il decollo, è ancora in fase iniziale. Finora è stata recuperata solo una delle due scatole nere, mentre le cause dell’incidente restano ignote. Alcuni esperti ipotizzano un errore di configurazione al decollo, con i flap retratti e una corsa ridotta sulla pista. La decisione del governo ha suscitato preoccupazione tra le famiglie delle vittime, molte delle quali chiedono trasparenza e supervisione internazionale. “Non vogliamo capri espiatori, ma verità e giustizia”, ha dichiarato il fratello di una delle vittime britanniche. L’ICAO non ha commentato ufficialmente, ma secondo fonti interne starebbe valutando una nota di protesta diplomatica. Intanto, il primo ministro Narendra Modi, che ha visitato il luogo dello schianto, ha promesso “un’indagine completa e imparziale”, affidata al Bureau of Civil Aviation Security.
