All’indomani del cessate il fuoco tra Iran e Israele, raggiunto ieri grazie alla mediazione del Qatar, lo scenario mediorientale si presenta carico di tensioni latenti, recriminazioni diplomatiche e nuovi movimenti negoziali. Se la tregua tiene, le ferite inferte da dodici giorni di guerra — soprattutto agli impianti nucleari iraniani — sono tutt’altro che sanate. Parlando ad Al Jazeera, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Esmail Baghaei ha confermato che i bombardamenti americani del fine settimana hanno causato danni “gravi e certi” agli impianti nucleari iraniani, senza entrare nei dettagli. Le bombe bunker buster sganciate dai B-2 statunitensi avrebbero colpito obiettivi chiave, tra cui la base sotterranea di Forow, definita dal presidente americano Donald Trump come “completamente distrutta”. Fonti del Pentagono, tuttavia, ridimensionano l’impatto, stimando un rallentamento del programma atomico iraniano di “qualche mese”. Più drastico invece il giudizio del portavoce dell’esercito israeliano, generale Effie Defrin, secondo cui gli attacchi avrebbero “ritardato di anni” le ambizioni nucleari di Teheran. Al vertice NATO all’Aja, Donald Trump ha celebrato l’intervento come “decisivo”, paragonandolo al bombardamento atomico di Hiroshima che pose fine alla Seconda guerra mondiale. “Israele ha fatto retromarcia, sono molto orgoglioso di loro. E con l’Iran ora andiamo molto d’accordo”, ha dichiarato il presidente USA, secondo il quale Teheran non tenterà più di arricchire uranio “per molto tempo”.
L’Iran non molla il nucleare
Mentre il presidente iraniano Masoud Pezeshkian apre alla possibilità di “risolvere i problemi con gli Stati Uniti” — in una telefonata con il principe saudita Muhammad bin Salman — l’equilibrio regionale resta precario. Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha definito l’azione americana “storica” e ha lodato Trump per aver “fatto ciò che nessun altro aveva osato fare”. Parole che hanno scatenato la furia di Teheran: “È vergognoso, indegno e irresponsabile congratularsi per un atto criminale di aggressione contro uno Stato sovrano”, ha scritto su X il portavoce iraniano Baghaei, accusando Rutte di complicità. Nonostante le devastazioni, Teheran ribadisce che non abbandonerà il proprio programma nucleare. In un’intervista al sito New Arab, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha dichiarato: “Abbiamo pagato un prezzo altissimo per questa tecnologia, nessuno in Iran la abbandonerà”. Araghchi ha anche riferito di un “fantastico” incontro con Vladimir Putin due giorni fa, durante il quale la Russia avrebbe espresso “ferma opposizione” agli attacchi israeliani e statunitensi, riaffermando la cooperazione nucleare bilaterale.
La tregua rilancia Gaza
Il merito della tregua va in gran parte al Qatar. Durante una sessione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, l’ambasciatore iraniano Iravani ha ringraziato ufficialmente Doha per aver evitato l’escalation. Secondo la CNN, è stato proprio il primo ministro qatariota a ottenere lunedì l’ok definitivo di Teheran, consentendo a Trump di annunciare la tregua sui social. Una mediazione che ora potrebbe riaprire anche il dossier Gaza. Con l’Iran momentaneamente neutralizzato, Israele torna a concentrarsi sulla Striscia. Nelle ultime 24 ore, secondo il ministero della Salute di Gaza, sono morte 74 persone e 391 sono rimaste ferite sotto i bombardamenti israeliani. Il bilancio totale della guerra — ormai in corso da oltre venti mesi — supera i 56.000 morti. Almeno dieci delle vittime di ieri erano in fila per ricevere aiuti umanitari. Il Qatar ha confermato di voler sfruttare lo “slancio” del cessate il fuoco Iran-Israele per rilanciare i negoziati con Hamas. “Siamo in contatto con tutte le parti”, ha detto il portavoce Majed Al Ansari, mentre un alto dirigente di Hamas ha parlato con l’AFP di “contatti intensificati” con i mediatori egiziani e qatarioti. “Questo è il momento per il presidente Trump di insistere, e crediamo sia sincero”, ha aggiunto Ansari.
Tajani: 11 gazawi in Italia.
L’Italia, nel frattempo, continua il suo impegno umanitario. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato ieri l’evacuazione di altri 11 palestinesi da Gaza, tra cui due medici. “Domani saranno in Italia”, ha dichiarato, sottolineando la collaborazione con Israele e Giordania.
Pizzaballa: “Senza una Gaza libera non ci sarà pace”
Parole di forte impatto arrivano anche dal patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa: “La tregua è positiva, ma senza affrontare seriamente la questione palestinese, la pace resterà fragile e instabile”. In un’intervista a Repubblica, il cardinale ha ribadito che “il mondo arabo è collegato, e la causa palestinese è un nodo centrale”. Ha espresso preoccupazione per la piccola comunità cristiana di Gaza — 541 persone — diventata simbolo di resilienza, e ha denunciato la grave situazione anche in Cisgiordania, dove “è impossibile vivere normalmente”.