Dopo il recesso del Regno Unito dall’Unione europea lo scorso 31 gennaio è tornato d’attualità il tema della sorte della sede di Londra del Tribunale unificato dei brevetti (Tub), su cui circola da tempo la proposta di presentare una candidatura italiana.
Secondo quanto stabilito dall’accordo istitutivo, il Tub si articolerà in un Tribunale di primo grado e in una Corte d’appello. Mentre per quest’ultima è prevista un’unica sede (in Lussemburgo) il tribunale di primo grado si comporrebbe di una divisione centrale, a Parigi, con sezioni a Monaco di Baviera e Londra.
È prevista, inoltre, per gli Stati parte, la possibilità di istituire divisioni secondarie del tribunale di primo grado, con competenza geografica limitata al territorio nazionale (“divisione locale”) o estesa ad un gruppo di Paesi (“divisione regionale”). In questo quadro l’Italia si è già vincolata per ospitare a Milano una divisione locale del tribunale di primo grado, di cui sono già state predisposte le infrastrutture necessarie.
Il caso, però, spiega il sottosegretario per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Ivan Scalfarotto, nella risposta ad una interrogazione presentata dalla Lega, è molto più complesso della questione legata all’avvenuta ricollocazione della sede dell’Agenzia europea del farmaco nel nostro Paese: “Pur essendo entrambi i trasferimenti motivati dall’uscita del Regno Unito dalla Unione – scrive il sottosegretario – Ema costituisce una agenzia completamente inserita nel quadro giuridico-istituzionale della Unione europea, già perfettamente funzionante al momento della sua ricollocazione. Il Tub, al contrario, costituisce l’oggetto di un trattato internazionale non ancora entrato in vigore, poi confluito in una cooperazione rafforzata, volto alla creazione ex novo di un organismo avente competenze giurisdizionali specifiche esclusivamente nei confronti degli Stati parte di tale cooperazione rafforzata”.
Ne consegue, secondo la tesi dell’esponente del governo, che “ogni questione relativa alle sedi delle sezioni del Tribunale dev’essere logicamente affrontata successivamente al tema della entrata in vigore dell’Accordo internazionale che lo istituisce”.
L’accordo sul Tub è aperto solo agli Stati membri dell’Unione europea e il sistema del brevetto unificato è parte del cd. “acquis comunitario”: il Regno Unito decadrà dall’intero sistema del brevetto unificato al termine del periodo transitorio (31 dicembre 2020) salva una estensione dello stesso, al momento esclusa da Londra. In questa prospettiva lo scorso marzo il governo britannico ha reso noto di non voler più partecipare all’accordo sul Tub e di ritirarsi pertanto dai lavori del “PrepComm” (il comitato tecnico in cui sono rappresentati i 25 Stati firmatari dell’accordo Tub che sovrintende all’adozione delle misure preparatorie per l’entrata in funzione del tribunale).
Ma è proprio qui che emerge un ostacolo non facile da superare. Lo scorso 20 marzo la Corte costituzionale federale tedesca ha accolto per vizio procedurale di forma (l’atto non sarebbe stato approvato dalla maggioranza parlamentare dei 2/3 del Bundestag, necessaria per le modifiche della legge fondamentale tedesca) il ricorso presentato da un privato avverso la legge tedesca di ratifica dell’accordo Tub, stabilendone la nullità.
Ora, benché sussista, almeno a livello formale, la possibilità che il Bundestag ratifichi in futuro con le maggioranze richieste l’adesione tedesca al Tub (che, ai sensi dell’articolo 89 dell’accordo istitutivo, è necessaria per l’entrata in vigore dello stesso), la sentenza della Corte federale costituzionale ha inferto un duro colpo al procedimento di entrata in vigore dell’accordo. Una valutazione politica in tal senso da parte di Berlino appare altresì subordinata all’interesse a partecipare a un sistema brevettuale di cui il Regno Unito non sia più parte.
“Il Governo – conclude Scalfarotto – si impegnerà ad assumere tutte le iniziative concrete affinché l’Italia possa partecipare al processo di assegnazione della nuova sede, con il fine di dimostrare l’effettiva capacità e credibilità della propria azione. Parte di questo sforzo dovrà essere l’individuazione di quella candidatura nazionale che, sulla base di criteri oggettivi, risulti la più idonea ad ottenere il trasferimento nel nostro Paese della sezione specializzata della divisione centrale del Tub ad oggi assegnata a Londra”.