Milioni di filippini si sono recati alle urne per le elezioni di medio termine, un appuntamento cruciale che potrebbe ridefinire gli equilibri politici del Paese. Con oltre 18.000 cariche in palio, dalle posizioni municipali ai seggi della Camera dei Rappresentanti, l’attenzione è focalizzata sulla corsa per il Senato, determinante per il futuro della vicepresidente Sara Duterte, attualmente sotto processo di impeachment. La campagna elettorale è stata caratterizzata dalla faida tra il presidente Ferdinand Marcos Jr. e la vicepresidente Sara Duterte. Un tempo alleati, i due leader si sono ritrovati su fronti opposti dopo che la Camera ha accusato Duterte di corruzione e di un presunto complotto per attentare alla vita del presidente. La situazione si è ulteriormente infiammata con l’arresto dell’ex presidente Rodrigo Duterte, padre di Sara, trasferito alla Corte Penale Internazionale per rispondere delle accuse legate alla sua controversa guerra alla droga. Il voto per il Senato è particolarmente significativo: i 12 senatori eletti costituiranno metà della giuria che dovrà pronunciarsi sul procedimento di impeachment contro Duterte, previsto per luglio. Se le accuse verranno confermate, la vicepresidente potrebbe essere definitivamente rimossa dall’incarico, compromettendo ogni possibilità di candidarsi alla presidenza nel 2028. L’affluenza alle urne è altissima, con lunghe file ai seggi e una partecipazione popolare senza precedenti. Gli osservatori internazionali stanno monitorando il processo per garantire trasparenza e regolarità. La posta in gioco è enorme: il risultato di queste elezioni non solo definirà il futuro politico delle Filippine, ma potrebbe anche determinare il destino delle due dinastie che si contendono il controllo del Paese.