Non sempre una manciata di soldi servono per dare soluzione ai problemi delle famiglie. Da ieri abbiamo anche la nuova Ministra alla famiglia e alla disabilità: è Alessandra Locatelli, che attualmente a Como è vicesindaco e assessore alle Politiche sociali. E’ educatrice e direttrice di comunità per disabili intellettivi gravi. Vorremmo subito dire ad Alessandra che alla famiglie farebbe più comodo avere servizi che soldi.
La famiglia sarebbe certamente più alleggerita se lo Stato organizzasse e dettasse norme generali, con il supporto delle autonomie locali, per prestare servizi di assistenza agli anziani, servizi di asili nido per mamme lavoratrici, supporto infermieristico per i disabili, ecc.. Non soldi ma servizi efficienti e professionalmente garantiti.
Ministro, non entri anche Lei nella polemica definitoria sul concetto di famiglia. La definisca come vuole purché gli dia supporto mirato e specializzato. Faccia organizzare un censimento nazionale delle famiglie C.G.F. dal quale possa ricavare i reali bisogni e trovarne le soluzioni. Non pensi di aiutarle come è stato fatto per il reddito di cittadinanza, che pure in qualche modo, anche se poco, forse servirà; non dia soldi a pioggia la cui entità sia basata sulle autocertificazioni -e Dio sa la disperazione cosa può far fare. Un censimento entra casa per casa e individua luoghi, persone, fatti e necessità.
Alessandra Locatelli, detti norme stringenti per la costituzione di cooperative sociali cittadine, faccia formare e specializzare il personale e le metta a disposizione per prestare servizi alle famiglie, censite con la serietà che un censimento nazionale può dare.
Certo, quando sentiamo parlare di cooperative subito a qualcuno viene da storcere il naso; però non gettiamo quanto di più nobile può organizzare un Paese. Controlliamole le cooperative, ma non distruggiamone il concetto di solidarietà che si portano dietro.