mercoledì, 30 Aprile, 2025
Esteri

Sara Netanyahu: “Meno di 25 ostaggi sono vivi”. Ronen Bar si dimette il 15 giugno

A Gaza riserve di cibo esaurite, all'Aja udienze su violazione diritti umani, Amnesty: “Un genocidio in diretta”. UNRWA denuncia abusi dell’Idf. Bombe Usa sullo Yemen, 68 morti

Mentre le speranze di una tregua a lungo termine tra Israele e Hamas sembrano svanire, il mondo assiste a una crescente escalation di violenza in Medioriente, con nuovi fronti di crisi e allarmi internazionali che si moltiplicano. Il rapporto annuale di Amnesty International, presentato ieri, ha avuto parole durissime sulla condotta israeliana a Gaza. La segretaria generale Agnès Callamard ha denunciato quello che definisce “un genocidio in diretta”, documentando migliaia di vittime civili palestinesi, la distruzione sistematica di infrastrutture sanitarie ed educative, e l’annientamento di intere famiglie. Una dichiarazione che si inserisce in un contesto sempre più documentato anche da fonti internazionali indipendenti. Alle accuse si è aggiunto il direttore dell’UNRWA, Philippe Lazzarini, che ha denunciato gravi abusi subiti da oltre 50 operatori umanitari arrestati dalle forze israeliane: percosse, utilizzo come scudi umani, torture fisiche e psicologiche, confessioni forzate. “Giustizia e responsabilità non sono un’opzione, ma un obbligo”, ha dichiarato. E ancora, un nuovo allarme è giunto dalle Nazioni Unite: a Gaza le scorte alimentari sono ufficialmente esaurite.

Ronen Bar si dimette

In questo quadro, ha fatto scalpore la diffusione di un video in cui Sara Netanyahu, moglie del primo ministro, sussurra che sarebbero “meno di 24” gli ostaggi ancora vivi a Gaza, un’informazione che non era stata resa pubblica. Sul fronte interno, infatti, Israele si prepara a un cambiamento ai vertici della sicurezza. Il direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, ha annunciato le proprie dimissioni per il prossimo 15 giugno, dopo 35 anni di servizio. La sua uscita segna un passaggio delicato in un momento in cui il paese affronta simultaneamente una crisi militare, diplomatica e umanitaria. Intanto proseguono i negoziati al Cairo per la liberazione degli ostaggi, un alto funzionario israeliano ha ammesso che ci sono stati progressi, ma ha anche sottolineato che “non tutto ciò che dicono gli egiziani è vero”, evidenziando tensioni tra le parti. Il nodo centrale resta la durata del cessate il fuoco e il futuro politico e militare di Hamas.

Hamas, addestramento in Siria e disarmo

Secondo fonti della stampa israeliana, la Turchia avrebbe autorizzato Hamas e la Jihad islamica a condurre addestramenti militari in territorio siriano. L’iniziativa sarebbe avvenuta su impulso diretto del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, ieri in visita ufficiale a Roma. Gerusalemme monitora con preoccupazione la situazione, considerandola una “linea rossa” che potrebbe giustificare un intervento diretto. Parallelamente, in una lunga intervista rilasciata a Repubblica, il premier dell’Autorità Nazionale Palestinese Mohammed Mustafa ha chiesto il disarmo totale di Hamas e ha ribadito che l’unica via possibile resta quella della soluzione a due Stati. Ha anche riconosciuto il ruolo del Vaticano e di papa Francesco nel rafforzare la causa palestinese a livello internazionale. Quanto agli sforzi diplomatici in corso, Mustafa ha auspicato che il presidente Trump, atteso a metà maggio in Arabia Saudita, possa “indicare un accordo improntato a pace e giustizia”.

Bombe americane in Yemen

Sul fronte yemenita, un raid aereo condotto lunedì dalle forze Usa ha colpito un centro di detenzione per migranti nella zona controllata dagli Houthi, uccidendo almeno 68 persone e ferendone altre 47. Si trattava per lo più di migranti etiopi in transito verso l’Arabia Saudita, parte di un flusso che da anni attraversa un paese in guerra per cercare migliori condizioni di vita. Il comando centrale americano ha evitato di commentare nel dettaglio, limitandosi a ribadire la propria riservatezza sugli obiettivi della campagna di bombardamenti. Nelle stesse ore, la marina statunitense ha perso un jet da combattimento F/A-18 Hornet nel Mar Rosso, caduto dalla portaerei Harry S. Truman. Il caccia, dal valore stimato di 67 milioni di dollari, è precipitato insieme al mezzo che lo trainava, ferendo un marinaio. Le cause sono ancora sotto inchiesta.

Roma pronta a nuovi colloqui Iran-Usa

Nonostante la tensione generale, la diplomazia tenta di restare operativa. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha confermato che Roma è disponibile a ospitare un nuovo round di colloqui indiretti tra Washington e Teheran sul programma nucleare iraniano. Secondo quanto riportato da Axios, il quarto incontro, mediato dall’Oman, si terrà nella capitale italiana il 3 maggio. La trattativa mira a rilanciare una nuova versione dell’accordo sul nucleare del 2015 (JCPOA), fortemente compromesso dalla decisione unilaterale di Trump di uscirne nel 2018.

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