L’attore premio Oscar Jon Voight ha proposto un piano per rilanciare l’industria cinematografica americana. Nei prossimi giorni, Voight e il suo manager, Steven Paul, presenteranno al presidente USA, Donald Trump, strategie per incentivare la produzione audiovisiva negli Stati Uniti. Bloomberg ha fornito i primi dettagli sulla proposta, che include incentivi infrastrutturali, formazione professionale e riforme fiscali per riportare produzioni delocalizzate. L’industria cinematografica americana ha affrontato sfide economiche, aggravate dalla pandemia e da scioperi che hanno rallentato le attività. In California, la produzione fisica è calata a causa di tagli e della concorrenza di stati con incentivi fiscali più vantaggiosi. Prima di gennaio, Trump aveva nominato Voight “ambasciatore speciale a Hollywood” insieme a Mel Gibson e Sylvester Stallone, definendo la Città del cinema “un luogo fantastico, ma in difficoltà”. Trump aveva promesso di riportarla “PIÙ GRANDE, MIGLIORE E FORTE CHE MAI!” e descritto i tre attori come “inviati speciali per riportare Hollywood al suo massimo splendore”. Il portavoce di Gibson ha dichiarato di non essere a conoscenza di proposte specifiche, mentre Stallone non ha risposto. Gibson aveva detto a ‘Variety’ di aver appreso del suo incarico tramite il post di Trump, accogliendolo con ironia: “L’incarico prevede anche una residenza per l’ambasciatore?”. Jon Voight, noto per le sue posizioni conservatrici, è uno dei più ferventi sostenitori di Trump, definito “il più grande presidente dai tempi di Lincoln”. Voight ha vinto l’Oscar come miglior attore per ‘Tornando a casa’ (1978) e recitato in film come ‘Un uomo da marciapiede’, ‘Un tranquillo weekend di paura’, ‘Mission: Impossible’ e ‘Ali’. Steven Paul, invece, è un produttore, attore e fondatore della casa di produzione Crystal Sky Pictures
