venerdì, 25 Aprile, 2025
Attualità

Terre rare: asteroidi e corpi celesti, nuova frontiera per le materie prime

Le terre rare e lo spazio sono due temi sempre più interconnessi. Di seguito una sintesi di uno studio svolto 5 mesi or sono sulla possibilità di estrarre metalli ed elementi rari dallo spazio Le materie prime, come i metalli o le famose terre rare unitamente alla crisi dei rapporti commerciali tra USA e Cina , la quale si è assicurata lo sfruttamento della maggior parte delle risorse terrestri, ha riportato nell’ agenda politica la necessità di sfruttamento delle risorse presenti nello spazio, come la cronaca di questi giorni ha messo in evidenza.

Materie prime indispensabili

L’utilizzo di elementi e metalli provenienti da queste fonti è potenzialmente in grado di soddisfare la domanda di materie indispensabili nelle nuove tecnologie. Queste rocce spaziali contengono molti minerali, come ferro e platino oltre a numerosi elementi che facciamo rientrare nelle definizione di Terre Rare.

Diritti su asteroidi e corpi celesti

Le operazioni nello spazio sono regolate dall’Outer Space Treaty delle Nazioni Unite, diventato operativo nell’ottobre del 1967, che costituisce l’ossatura della space law. Il trattato stabilisce che nessuno stato può reclamare la proprietà di un corpo celeste. Il Trattato in questione è datato e non prevedeva certo le problematiche relative allo sfruttamento delle risorse.
Per colmare la lacuna e dare una protezione legislativa agli investitori statunitensi, nel novembre 2015 Obama ha firmato lo Us Commercial Space Launch Competitiveness Act, meglio noto come Asteroid Act. La legge prevede che ogni cittadino americano che ricavi materiale da un asteroide sia libero di riportarlo sulla Terra e venderlo, nel rispetto degli obblighi internazionali statunitensi. Tuttavia, per non infrangere l’Outer Space Treaty, la legge specifica che gli Stati Uniti non reclamano la sovranità sugli asteroidi né il loro possesso. Gli asteroidi quindi si possono sfruttare, ma non possedere.

Hub per compagnie spaziali compagnie minerarie spaziali.

La disciplina è assai lacunosa e si presta ad eventuali conflitti ed è per questo che questo tra gli esperti il tema ha carattere di urgenza. Che sia di estrema attualità lo dimostra che il Lussemburgo, non certo una potenza spaziale, ha approvato una legge simile a quella americana per diventare un hub per le compagnie minerarie spaziali. (NdA in Italia si sta lavorando a una legge sullo spazi

Ordinamenti insufficienti

Tuttavia manca un ordinamento giuridico di carattere internazionale che disciplini la materia dei corpi celesti planetari o più vicini a noi come il nostro satellite. Il criterio del ricorso per analogia a modelli come la legge sul mare (United Nations Convention on the Law of the Sea – Unclos) o che regolamentano l’attività in Antartide, non è sufficiente e non sempre possibile ed è quindi chiaro che necessitiamo di una disciplina ad internazionalmente accettata.

Spazio soluzione del futuro

Secondo l’astrofisica Simonetta Di Pippo, direttore dello Space Economy Evolution Lab di Sda Bocconi e tra i più grandi esperti mondiali di spazio, con un curriculum di esperienze che includono le Nazioni Unite e l’Esa, l’agenzia spaziale europea “lo spazio sarà la soluzione per il futuro” . Per quanto fantascientifico possa sembrare, l’estrazione di risorse dagli asteroidi almeno in linea teorica risulta tecnicamente fattibile già con le tecnologie odierne. Le principali sfide sono il viaggio fino agli asteroidi, l’atterraggio e l’ancoraggio alla superficie, l’estrazione delle risorse e il trasporto sulla Terra. Per quanto riguarda i viaggi nello spazio, negli ultimi anni aziende come SpaceX hanno dimostrato che è possibile inviare razzi riutilizzabili nello spazio a costi relativamente bassi (con questa tecnologia mandare un chilo di materiale nello spazio ha un costo medio di 2.700 dollari ). L’atterraggio e l’ancoraggio richiedono tecnologie avanzate, ma sono già state testate con successo dalle sonde Nasa
Near Shoemaker e Hayabusa. Per l’estrazione vera e propria si pensa a tecniche come l’utilizzo di trapano e contenitori termici per estrarre e trattenere il materiale. Infine, il trasporto delle risorse estratte potrebbe avvenire con navicelle robotiche automatizzate.

Mercati da 700 quintiloni di dollari

I profitti potenziali dello space mining sono enormi, considerando il grande valore delle risorse contenute negli asteroidi e i costi relativamente bassi dell’estrazione nello spazio. Si stima che un asteroide di 30 metri possa contenere fino a 60-100 miliardi di dollari in metalli preziosi e acqua. Estraendo risorse anche solo da uno di questi piccoli asteroidi, i profitti sarebbero nell’ordine dei miliardi. Inoltre, l’estrazione nello spazio permetterebbe di ottenere grandi quantità di risorse (cito l’acqua perché in ipotesi che per sono fantascienza, .con le giuste caratteristiche, si potrebbe ricavare Ossigeno ed idrogeno per i propulsori- una specie di stazione di rifornimento per i viaggi più lunghi nello spazio).

Aziende e start up

Nonostante i problemi ancora da affrontare, che sia una realtà, lo dimostra un lungo elenco di aziende e start up che lavorano in questa direzione e stanno sviluppando tecnologie per rendere lo space mining concretamente operativo.
• Planetary Resources: Fondata nel 2009, ha già lanciato veicoli dimostrativi per testare tecnologie di esplorazione e ha piani per l’estrazione vera e propria.
• Deep Space Industries: Fondata nel 2013, sta sviluppando piccoli robot e lander per operazioni di prova sulla Luna e sugli asteroidi.• TransAstra: Startup Usa fondata nel 2015, lavora a tecnologie di propulsione e raccolta automatizzata asteroidi.
• Asteroid Mining Corporation: Startup britannica per lo space mining operativa dal 2016.
• Nasa: L’agenzia spaziale sta studiando tecnologie ed impatto dello space mining con progetti come Osiris-Rex.
Questo elenco non è esaustivo, ve ne sono molte altre tra cui una italiana.

Incognite per gli investimenti

Sono ancora molte le incognite. La prima è legata a fattori di sicurezza globale, ossia il rischio che le attività estrattive possano modificare le orbite con ovvia grande preoccupazione degli Enti spaziali che possano incidentalmente impattare sulla terra. La seconda è legata alla prima, dobbiamo puntare agli asteroidi più vicini, per via del tempo necessario alle comunicazioni. La terza è di carattere legislativo, ossia la privatizzazione degli asteroidi de facto al di là della normativa. L’incertezza normativa costituisce un vulnus per gli investimenti. La quarta incognita è forse la maggiore. Non sempre negli asteroidi abbiamo riscontrato tutte le materie che immaginavamo. In alcuni casi non abbiamo trovato quello che ci aspettavamo ossia quantità significative di metalli del gruppo del ferro, del nichel, dell’oro e del platino (oltre all’acqua).

Norme internazionali urgenti

Il fatto di avere già le tecnologie per avviare a questo genere di attività e la contingenza dell’estrema necessità di alcuni elementi rendono urgente una normativa internazionale che ne regoli l’utilizzo. Un Organismo internazionale ad hoc come luogo per la cooperazione internazionale sarebbe necessario. Come Sistema Paese non possiamo rimanere indietro anche perché grazie all’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e ad un complesso industriale primissimo ordine, siamo in Europa i primi insieme ai francesi nell’industria di settore.

 

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