In un clima internazionale segnato da nuove spinte diplomatiche e continui attacchi armati, la questione ucraina torna al centro del dibattito mondiale. In un videomessaggio trasmesso martedì, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito la disponibilità del suo governo a discutere un cessate il fuoco, almeno limitato alla protezione delle infrastrutture civili. Un appello che segue la relativa calma osservata nel periodo pasquale, segno, secondo Zelensky, che una tregua è tecnicamente possibile, se solo vi fosse una volontà reale da parte russa. “Dopo Pasqua è chiaro a tutti quale sia la fonte del conflitto: la Russia. Se da Mosca non arriva un ordine chiaro all’esercito, il cessate il fuoco non esiste. Eppure, per alcuni giorni non ci sono stati allarmi e il fronte è rimasto tranquillo in diversi settori”, ha dichiarato il presidente. Zelensky ha definito un “primo passo necessario verso una pace duratura” la cessazione degli attacchi con missili e droni, chiedendo che Mosca fornisca una risposta concreta: “Siamo pronti a qualsiasi conversazione su come garantirla”. Il tema sarà centrale nel secondo round di colloqui multilaterali tra Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania, previsto per mercoledì a Londra.
Mosca frena: “è un processo complesso”
Dal Cremlino, tuttavia, arriva una risposta più cauta. Il portavoce Dmitry Peskov ha dichiarato che, pur esistendo canali di comunicazione con Washington, non è realistico aspettarsi una soluzione rapida: “Si tratta di un tema complesso. Cercare di accelerare artificialmente il processo sarebbe inutile. Ma i contatti proseguono”, ha detto in un’intervista al canale statale Russia-1. Rispondendo in particolare alla proposta di Zelensky di limitare gli attacchi alle infrastrutture civili, Peskov ha sottolineato che esistono “sfumature da discutere”. Una struttura civile può, secondo Mosca, diventare un obiettivo legittimo se vi si trovano combattenti nemici, aprendo così un’ampia zona grigia interpretativa.
Bruxelles: “non è tempo di parole”
La risposta dell’Unione Europea è stata ferma. “Dobbiamo giudicare Mosca dai fatti, non dalle dichiarazioni. E i fatti dicono che la Russia continua a colpire vite innocenti”, ha dichiarato la portavoce del Servizio per l’azione esterna dell’UE, Anitta Hipper. L’UE ribadisce il sostegno all’Ucraina “per tutto il tempo necessario” e accusa Mosca di aver violato sistematicamente gli accordi di tregua e le moratorie internazionali, comprese quelle sui siti energetici.
Aumentano attacchi ibridi in Europa
Sul piano della sicurezza europea, il nuovo allarme arriva da Amsterdam. Il servizio di intelligence militare dei Paesi Bassi (MIVD) ha pubblicato un rapporto annuale in cui denuncia un incremento significativo degli attacchi ibridi russi contro i paesi europei. “Anche dopo una possibile fine della guerra in Ucraina, la minaccia russa continuerà”, ha avvertito il direttore Peter Reesink. Il MIVD parla esplicitamente di attacchi informatici, operazioni di spionaggio e tentativi di sabotaggio contro infrastrutture critiche, come cavi sottomarini, reti elettriche e forniture idriche. Alcuni servizi pubblici olandesi sarebbero già stati colpiti da cyberattacchi riconducibili a Mosca. “Il conflitto nella zona grigia tra guerra e pace è ormai una realtà quotidiana”, si legge nel dossier, che esorta i governi europei a prepararsi a una minaccia costante e non convenzionale.
Il piano Trump: forze europee sul campo
Nel contesto di queste trattative, si inserisce anche l’iniziativa del presidente americano Donald Trump, che – secondo indiscrezioni pubblicate dal New York Post – sarebbe al lavoro su un piano che prevede l’impiego di una “forza di resilienza” europea per far rispettare il cessate il fuoco. La proposta includerebbe il coinvolgimento di una terza parte neutrale in una commissione congiunta di monitoraggio, e il sostegno degli Stati Uniti in termini economici ma non militari diretti. Trump ha annunciato che fornirà dettagli nei prossimi giorni.
Bombe su Odessa
Intanto, la guerra sul campo continua. La notte tra lunedì e martedì, la città portuale di Odessa è stata bersaglio di un attacco massiccio con droni kamikaze. Tre civili sono rimasti feriti e diversi edifici residenziali sono stati danneggiati. Secondo l’Aeronautica militare ucraina, la Russia ha lanciato 54 droni in tutto il paese: 38 sono stati abbattuti, mentre i restanti – alcuni dei quali droni-esca – hanno colpito soprattutto le regioni di Kiev e Odessa. Da parte sua, il Ministero della Difesa russo ha annunciato la presa del villaggio di Sukha Balka, nella regione di Donetsk. Il centro abitato, che conta circa 600 residenti, è situato vicino alla città contesa di Toretsk.