E se la prima pietra non sembra lontana, si ha già il diritto di iniziare a fantasticare immaginando il giorno dell’inaugurazione e quelli successivi, col passaggio di veicoli su gomma a 90 km orari e treni dell’alta velocità che ne garantiranno i 120, alternative che faranno dimenticare presto i disagi delle traversate via mare, specie nel periodo invernale col mare agitato e le lunghe attese durante la stagione estiva.
Cannocchiali in cima ai piloni per attrazioni turistiche tra la Calabria e la Sicilia
Il ponte sullo Stretto di Messina, destinato a collegare la Penisola con la Sicilia, è propedeutico a svolgere numerose altre attività accessorie ma non secondarie per il contributo economico e sociale. Trascina con sé servizi e attrazioni che saranno l’orgoglio degli ideatori, dei progettisti e dei singoli realizzatori dei manufatti.
Si afferma che i numerosi anni di rinvio sulla realizzazione dell’opera e che non si contano più sulle dita di ambo le mani, sono stati di stimolo ai progettisti che hanno pensato bene di come utilizzare ogni spazio della colossale opera – la prima nel mondo come ponte ad una sola campata – per servizi accessori e voluttuari, per attrazioni turistiche, quale la semplice contemplazione della maestosità della struttura con panorama mozzafiato offerto dai due piloni rispettivamente dal territorio della Calabria e da quello della Sicilia.
Due piloni di 400 metri cadauno tra la Calabria e la Sicilia
Nonostante i rinvii sia per motivi di spesa e sia per attività di contrasto, con le più disparate motivazioni, il progetto per il ponte più lungo del mondo ad una sola luce di 3.300 metri tra l’area di Cannitello di Calabria e quella di Ganzirri in Sicilia, la parte più vicina, sta cercando di recuperare il tempo perso, benché non propriamente sprecato. Sono state, infatti, affinate le tecnologie, le metodologie costruttive, i tempi e le modalità degli espropri e colmati dubbi e perplessità della gente comune e, soprattutto, di esperti contrari al ponte.
Superato lo scoglio della valutazione di impatto ambientale e, tenuto conto delle 62 raccomandazioni da parte del Comitato Scientifico e del Mase, da osservare in fase di definizione della progettazione esecutiva, rimane da soddisfare l’Europa sulle così dette “compensazioni ambientali” post opere, “…destinate a mitigare gli impatti sulle aree di interesse comunitario per l’ambiente, la flora e la fauna: le cosiddette aree Sic (Siti di interesse comunitario), regolate da norme europee.”
Un progetto da far sognare
Intanto gli addetti ai lavori hanno pensato bene di sfruttare e trasformare in utilità, di interesse sociale, paesaggistico e monumentale, ogni spazio delle infrastrutture principali caratterizzate dai due piloni e dintorni.
Non solo attrattive turistiche di ogni parte del mondo, come avviene ancora oggi per la Torre Heiffel di Parigi (1889), alta 312 circa, tre piani e 8 ascensori ( primo piano a 57 metri, il secondo a 115 ed il terzo a 276 metri. Essa, eretta in occasione dell’Esposizione universale, diventa poi il monumento più famoso e conosciuto in tutto il mondo come simbolo della città stessa e della `Francia, oltre che per l’uso turistico e come torre di osservazione e di telecomunicazioni.
I due piloni tra Scilla e Cariddi
I piloni dello Stretto saranno alti circa 400 metri sui quali poggeranno i quattro cavi d’acciaio, ad una distanza di oltre 3.600 metri di cui 3.300 di luce, larghezza metri 60 e altezza 72 (impalcato) dal livello del mare. Su di essi poggeranno i quattro cavi d’acciaio di metri 1,26 di diametro che dovranno, a loro volta, reggere gli impalcati che ospiteranno tre corsie per veicoli, compresa quelle di servizio (emergenza) per ogni senso di marcia e nella carreggiata centrale due binari per l’alta velocità.
È nata, quindi, nel frattempo, l’idea di sfruttare i trasversi delle due torri, addirittura.