Un giudice federale negli Stati Uniti ha stabilito che Google, parte del gruppo Alphabet, ha abusato del proprio dominio nei mercati della tecnologia pubblicitaria online, aprendo la strada a possibili interventi che potrebbero portare allo smembramento delle sue attività pubblicitarie. La giudice Leonie Brinkema ha concluso che Google ha esercitato in modo deliberato un potere monopolistico nei mercati dei server pubblicitari per editori e delle piattaforme di scambio pubblicitario. Tuttavia, le accuse di monopolio relative alle reti pubblicitarie non sono state confermate. Lee-Anne Mulholland, vicepresidente di Google, ha dichiarato che l’azienda intende presentare ricorso. La notizia della sentenza ha causato una diminuzione del 2,1% nel valore delle azioni del gruppo. La decisione potrebbe portare alla vendita di Google Ad Manager, che include i server pubblicitari e le piattaforme di scambio di annunci. Nonostante ciò, Google resta fiduciosa di non dover cedere alcuna parte delle sue attività, sottolineando che l’acquisizione di DoubleClick non è stata considerata anticoncorrenziale. L’azienda si trova ad affrontare ulteriori rischi legali, tra cui un processo a Washington che potrebbe richiedere la vendita del browser Chrome o modifiche significative alle sue pratiche aziendali. Inoltre, si ritiene che Google abbia già valutato la possibilità di vendere il proprio ad exchange per adeguarsi alle normative europee. Durante il procedimento legale, i procuratori hanno accusato Google di eliminare la concorrenza attraverso acquisizioni strategiche e il controllo delle transazioni pubblicitarie. L’azienda ha respinto tali accuse, sostenendo che il caso si basa su eventi passati e che la competizione con giganti come Amazon e Comcast è stata sottovalutata. Anche Meta, società madre di Facebook, è coinvolta in un caso analogo, accusata di monopolizzare il mercato dei social network tramite l’acquisizione di Instagram e WhatsApp.
