Mentre la guerra in Ucraina prosegue senza segnali di una rapida conclusione, Mosca intensifica le sue relazioni con la Corea del Nord e cerca di consolidare la propria posizione geopolitica attraverso nuove alleanze. Parallelamente, la Cina viene indicata come un attore chiave nella possibilità di avviare negoziati di pace. La Russia si prepara ad accogliere il leader nordcoreano Kim Jong-un in una visita ufficiale che segna un ulteriore passo nella cooperazione tra Mosca e Pyongyang. Secondo il viceministro degli Esteri russo Andrei Rudenko, l’incontro è parte di un dialogo strategico avviato nel 2023 con la visita del ministro degli Esteri nordcoreano in Russia. L’obiettivo è rafforzare i legami militari ed economici tra i due paesi, in un contesto di crescente isolamento internazionale per Mosca.
Kim supervisiona nuovi droni
Seul ha denunciato l’invio di altri 3.000 soldati nordcoreani in Russia nei primi mesi del 2025. Secondo lo Stato Maggiore della Corea del Sud, il numero totale di truppe nordcoreane in Russia avrebbe raggiunto quota 11.000, con circa 4.000 unità tra morti e feriti. Pyongyang, oltre a fornire uomini, avrebbe inviato anche armamenti, tra cui missili, artiglieria e munizioni, per sostenere lo sforzo bellico russo contro l’Ucraina. Tuttavia, né Mosca né Pyongyang hanno confermato ufficialmente la presenza di soldati nordcoreani sul fronte russo. Nel frattempo, la Corea del Nord prosegue il suo sviluppo militare. Kim Jong-un ha supervisionato test su droni suicidi e da ricognizione dotati di intelligenza artificiale. Questo sviluppo, secondo gli esperti, potrebbe essere direttamente collegato alla crescente collaborazione tra Corea del Nord e Russia, alimentando timori su un possibile rafforzamento delle capacità belliche di Mosca grazie alle tecnologie nordcoreane.
Putin in visita in India
In un ulteriore tentativo di consolidare relazioni internazionali favorevoli, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha annunciato i preparativi per una visita ufficiale di Vladimir Putin in India. L’invito, accettato dal presidente russo, evidenzia il rafforzamento delle relazioni bilaterali tra Mosca e Nuova Delhi. L’India, che ha mantenuto un atteggiamento pragmatico nei confronti della guerra in Ucraina, potrebbe diventare un partner strategico sempre più rilevante per la Russia nel contesto della nuova geopolitica mondiale.
La Cina come mediatore di pace
Di fronte alla crescente escalation militare, il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, ha dichiarato che la Cina potrebbe convincere la Russia a sedersi al tavolo dei negoziati per porre fine al conflitto. Durante una visita ufficiale a Pechino, Barrot ha sottolineato l’importanza della cooperazione tra Francia e Cina per promuovere una pace giusta e duratura in Ucraina. Pechino, pur mantenendo una posizione di neutralità apparente, ha rafforzato i rapporti con Mosca e potrebbe giocare un ruolo cruciale nel determinare i futuri equilibri geopolitici.
Mar Nero
Intanto il Mar Nero continua a essere un campo di battaglia non solo militare, ma anche diplomatico. Nonostante i segnali di apertura, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito “irrealistiche” le condizioni imposte dalla Russia per un cessate il fuoco nel Mar Nero. Secondo Zelensky, Mosca starebbe sfruttando i negoziati per guadagnare tempo e consolidare le proprie posizioni territoriali. La Turchia ha accolto con favore la possibile ripresa dell’iniziativa sul grano nel Mar Nero, sottolineando l’importanza della volontà politica di tutte le parti coinvolte. Una fonte dell’amministrazione presidenziale turca ha dichiarato che Ankara si aspetta sviluppi concreti, ma che il processo rimane incerto. Il 25 marzo, il Cremlino ha annunciato un’intesa tra Russia e Stati Uniti, raggiunta durante un incontro a Riad, per garantire la sicurezza della navigazione nel Mar Nero. L’accordo prevede la protezione delle navi commerciali da atti di forza e impedisce il loro impiego per scopi militari. Tuttavia, la sua attuazione resta vincolata a determinate condizioni, lasciando spazio a possibili ostacoli. Ankara, da parte sua, auspica che la ripresa dell’iniziativa possa ridurre i rischi di carestia nei Paesi più vulnerabili e si è detta pronta a sostenere il processo con un ruolo attivo.