Nel mese di febbraio 2025, l’interscambio commerciale dell’Italia con i Paesi al di fuori dell’Unione europea ha registrato segnali di crescita. Le esportazioni sono aumentate del 2,8% rispetto a gennaio, mentre le importazioni sono salite più lentamente, con un incremento dello 0,8%. In altre parole, le vendite di beni italiani all’estero sono aumentate più di quanto siano cresciuti gli acquisti dall’estero. A sostenere l’export sono stati soprattutto i beni di consumo, ossia quei prodotti destinati all’uso quotidiano delle persone. In particolare, quelli durevoli, come elettrodomestici o automobili, sono cresciuti dell’8,4%, mentre quelli non durevoli, come alimentari o prodotti per la cura della persona, hanno segnato un +8%. Anche i beni strumentali, cioè i macchinari utilizzati per produrre altri beni, hanno registrato una crescita del 2,2%. A penalizzare l’export, invece, è stata soprattutto la voce “energia”, che ha subito un calo quasi del 20%. Anche i beni intermedi, ovvero quei prodotti semilavorati usati nella produzione di altri beni, sono diminuiti, seppur in misura minore.
Import trainato dall’energia
Sul fronte delle importazioni, la situazione è diversa. L’aumento registrato è legato in gran parte ai maggiori acquisti di energia, cresciuti del 18% rispetto al mese precedente. In parole semplici, l’Italia ha speso di più per comprare gas, petrolio e altre fonti energetiche dall’estero. Anche i beni di consumo non durevoli hanno contribuito alla crescita, con un +2,6%. Sono invece calati gli acquisti dall’estero di beni strumentali, intermedi e di consumo durevoli.
Andamento positivo nel trimestre
Guardando a un periodo più ampio, cioè al trimestre dicembre 2024-febbraio 2025, l’export italiano verso i paesi extra UE è cresciuto del 3,9% rispetto ai tre mesi precedenti. Anche in questo caso, la crescita riguarda quasi tutti i tipi di beni, fatta eccezione per i beni di consumo durevoli, che hanno segnato un calo dell’8,7%. Le importazioni nello stesso periodo sono aumentate del 6,7%, soprattutto a causa dell’incremento degli acquisti di energia, saliti del 14,2%.
Un febbraio in calo rispetto al 2024
Se si confrontano i dati di febbraio 2025 con quelli dello stesso mese del 2024, si nota però una leggera flessione. Le esportazioni sono scese del 2,1%, mentre a gennaio avevano fatto segnare un +3,3%. Il calo è legato principalmente alla riduzione delle vendite di energia, in discesa del 23,3%, e dei beni strumentali, giù del 15,3%. In controtendenza, i beni di consumo non durevoli hanno registrato una forte crescita, con un +13,7%.
Le importazioni, invece, sono aumentate dell’8,6% rispetto a febbraio 2024. La spinta è arrivata dai beni di consumo, sia durevoli (+17,1%) che non durevoli (+17,9%), e dall’energia, cresciuta del 17,6%.
Saldo commerciale positivo, ma in calo
Il saldo commerciale, ovvero la differenza tra esportazioni e importazioni, è positivo: l’Italia ha esportato più di quanto abbia importato. A febbraio 2025 il surplus è stato di 4,7 miliardi di euro. Tuttavia, si tratta di una cifra inferiore rispetto a quella di un anno fa, quando il saldo era stato di 6,9 miliardi. A pesare è stato in particolare il disavanzo nel settore energetico, che ha raggiunto i 4,8 miliardi di euro, contro i 3,7 miliardi di febbraio 2024. L’avanzo nei prodotti non energetici è invece sceso da 10,6 a 9,5 miliardi.
Chi compra e chi vende: i partner commerciali
Guardando ai Paesi con cui l’Italia commercia al di fuori dell’Unione europea, si registrano differenze significative. Le esportazioni sono diminuite verso Stati Uniti (-9,7%) e Turchia (-10,6%), mentre sono cresciute verso la Svizzera (+17,3%), i Paesi OPEC, cioè i principali esportatori di petrolio (+12,9%), il Regno Unito (+8,5%) e i Paesi ASEAN del Sud-est asiatico (+7,4%).
Per quanto riguarda le importazioni, aumentano in modo deciso gli acquisti dai Paesi OPEC (+34,3%) e dalla Cina (+18,3%). Crescono anche gli acquisti da ASEAN e Regno Unito, entrambi in aumento dell’11,7%. In calo, invece, le importazioni da Stati Uniti (-4,9%), Turchia (-4,6%) e Svizzera (-2%).
Una dinamica influenzata da fattori eccezionali
L’Istat specifica che la flessione su base annua delle esportazioni è legata anche a operazioni straordinarie che avevano avuto un impatto molto rilevante nel febbraio 2024. In particolare, si fa riferimento a movimentazioni nel settore della cantieristica navale dirette verso gli Stati Uniti. Se si escludono queste operazioni eccezionali, le esportazioni italiane verso i Paesi extra UE risultano in crescita dell’1,7%.
I primi due mesi del 2025: un saldo commerciale in calo
Analizzando i primi due mesi del 2025, il saldo commerciale dell’Italia con i Paesi extra UE è positivo per 5,1 miliardi di euro. Tuttavia, si tratta di una cifra inferiore rispetto ai 9,9 miliardi registrati nei primi due mesi del 2024. Le esportazioni complessive nei mesi di gennaio e febbraio sono cresciute dello 0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Escludendo l’energia, l’aumento sale all’1%.