martedì, 11 Febbraio, 2025
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Mattarella: “Ricordare le foibe senza divisioni e rancori”. Meloni: “L’Italia non dimentica”

Nel Giorno del Ricordo omaggio alle vittime. Il Ministro Nordio partecipa alla commemorazione, mentre il Ministro Piantedosi ricorda come questa ferita “appartenga all’intera Nazione”

Un lunedì, quello di ieri, che è stato l’occasione per riflettere sulle sofferenze dei tanti italiani d’Istria, di Fiume e della Dalmazia vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Un lunedì, quello di ieri 10 febbraio, in cui si è onorato appunto il Giorno del Ricordo. Sergio Mattarella e Giorgia Meloni, tra gli altri, hanno ribadito l’importanza di conservare la memoria dei caduti di questa follia. Lo hanno fatto nel corso di una cerimonia che si è tenuta al Quirinale. Qui il Presidente della Repubblica ha voluto sottolineare che “ricordare le foibe senza divisioni e rancori” è un dovere collettivo, ricordando che “nessuna squallida provocazione può ridurne la dura condanna”. Il Premier ha invece affermato che “l’Italia non dimentica” e che “nessun tentativo negazionista le cancellerà”. Nel corso dell’evento, il Capo dello Stato ha ricordato il contesto storico delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata: “Nelle zone del confine orientale, dopo l’oppressione fascista, responsabile di una politica duramente segregazionista nei confronti delle popolazioni slave, e la barbara occupazione nazista, si instaurò la dittatura comunista di Tito, inaugurando una spietata stagione di violenza contro gli italiani residenti in quelle zone”. Ha inoltre ribadito che “la furia omicida dei comunisti jugoslavi si accanì su impiegati, intellettuali, famiglie, sacerdoti, anche su antifascisti, su compagni di ideologia, colpevoli soltanto di esigere rispetto nei confronti della identità delle proprie comunità”.

Onore ai martiri

Meloni ha sottolineato che “oggi onoriamo la memoria dei martiri delle foibe e torniamo ad abbracciare tutti i nostri connazionali che decisero di abbandonare tutto pur di non rinunciare alla propria identità. Italiani due volte, per nascita e per scelta”. Ha poi aggiunto che “questa storia ha sconfitto la congiura del silenzio e che nessun tentativo negazionista o giustificazionista potrà mai più nascondere o cancellare”. Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha invece partecipato alla cerimonia a Basovizza, luogo simbolo della tragedia, ribadendo l’importanza di preservare la memoria storica e condannare ogni forma di negazionismo. Invece il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha detto che “le ferite delle foibe appartengono all’intera Nazione. Commemorare questa tragedia significa riconoscere il dolore di chi ha sofferto e trasmettere la verità storica alle future generazioni”.

Le foibe sono cavità carsiche naturali utilizzate dai partigiani jugoslavi tra il 1943 e il 1945 per gettarvi migliaia di italiani, spesso ancora vivi, legati tra loro con filo di ferro. Questa violenza fu parte di una più ampia persecuzione contro la popolazione italiana residente in Istria, Fiume e Dalmazia, culminata nell’esodo forzato di oltre 250.000 persone, costrette ad abbandonare le proprie terre per sfuggire alla violenza e alle repressioni del regime di Tito.

Preservare e onorare la memoria

Mattarella ha evidenziato come “per troppo tempo ‘foiba’ e ‘infoibare’ furono sinonimi di occultamento della storia” e che “il ricordo delle vittime deve essere preservato e onorato”. Ha anche menzionato il difficile percorso di integrazione degli esuli in Italia: “Spesso l’accoglienza non fu quella che sarebbe stato doveroso assicurare. Stenti, sistemazioni precarie, povertà, ma soprattutto diffusa indifferenza e diffidenza. Il mancato riconoscimento fu, per molti, una pena inattesa e dolorosa”. Il Capo dello Stato ha quindi sottolineato inoltre come il Giorno del Ricordo sia fondamentale per rendere omaggio non solo alle vittime dirette, ma anche agli esuli costretti a lasciare le loro case:“Queste persone hanno pagato con l’esilio il prezzo di un’ingiustizia storica e per decenni hanno vissuto nel silenzio e nella marginalizzazione. La nostra Repubblica ha il dovere di riconoscere il loro dolore e di garantire che questa memoria sia trasmessa alle nuove generazioni”.

Mattarella ha anche sottolineato che “la memoria storica è un atto di fondamentale importanza per la vita di ogni Stato” e che “ogni perdita, ogni sacrificio, ogni ingiustizia devono essere ricordati”. Ha anche fatto appello alla necessità di una memoria condivisa tra i popoli europei: “Ogni popolo, ogni nazione, porta con sé un carico di sofferenze e di ingiustizie subite. Apprezziamo gli sforzi degli storici per avvicinarsi a una memoria condivisa, ma dobbiamo avere la capacità di compiere gesti di attenzione, dialogo e rispetto”.

Divisioni del passato

Successivamente ha ricordato come il progetto europeo abbia permesso di superare le divisioni del passato: “Oggi, nel nostro Continente, Stati e popoli che nel passato si sono combattuti sono uniti nell’Unione europea, condividendo valori, identità, principi, prospettive. Questo processo ha garantito oltre settant’anni di pace, sicurezza, benessere e stabilità al nostro continente”. Il Presidente ha infine evidenziato l’importanza della consapevolezza storica nel contesto attuale, in cui si assiste al ritorno di nazionalismi e tensioni geopolitiche: “Ricordare le tragedie del passato è essenziale per costruire un futuro basato sulla cooperazione e sul rispetto reciproco. La storia delle foibe deve insegnarci che l’odio e la violenza non possono mai essere giustificati”.

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