Quando gli è stato chiesto della reazione unanime di netto rifiuto da parte dei palestinesi, dei leader del Medio Oriente e dei governi di tutto il mondo dalla Francia all’Iran, dalla Turchia alla Cina, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha risposto che “tutti amano” la sua proposta di pulizia etnica di Gaza. Trump sostiene che il suo piano porterebbe felicità e stabilità, e ha assicurato sul suo social media Truth che “la Striscia di Gaza sarebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele al termine dei combattimenti”. “I palestinesi, persone come Chuck Schumer, sarebbero già stati reinsediati in comunità molto più sicure e belle, con case nuove e moderne, nella regione. Avrebbero davvero la possibilità di essere felici, sicuri e liberi”, ha continuato. “Gli Stati Uniti, lavorando con grandi gruppi di costruzione provenienti da tutto il mondo, inizierebbero pian piano e con attenzione la realizzazione di quello che sarebbe uno dei più grandi e spettacolari sviluppi di questo genere sulla Terra”. Gli Stati Uniti non avrebbero bisogno di soldati! La stabilità della regione regnerebbe”, ha concluso.
Netanyahu: “Un’idea straordinaria”
Intanto, mentre anche Israele segue la decisione degli Stati Uniti e annuncia il prossimo ritiro dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu, il premier Netanyahu ha commentato: “È un’idea straordinaria e penso che dovrebbe essere davvero perseguita, esaminata e realizzata”. In un’intervista a Fox News, Netanyahu ha detto che “L’idea stessa di consentire ai cittadini di Gaza che vogliono andarsene di andarsene… Cosa c’è di sbagliato in questo? Possono andarsene, possono trasferirsi e tornare. Bisogna ricostruire Gaza, e se si vuole ricostruire… Questa è la prima buona idea che ho sentito”. Dall’altra parte Hamas “respinge categoricamente” le dichiarazioni di Trump, ribadisce che i palestinesi non lasceranno Gaza e chiede una riunione urgente dei Paesi arabi in merito al piano del tycoon su Gaza. Hamas ha invitato tutte le fazioni palestinesi a unirsi contro la proposta.
Idf prepara piano uscita “volontaria” da Gaza
“Ogni spostamento forzato di persone equivale a una pulizia etnica”. Così comincia la dichiarazione che il capo delle Nazioni Unite, Antònio Guterres, ha rilasciato ieri. Il segretario generale dell’Onu ritiene che qualsiasi soluzione per Gaza debba “restare fedele ai principi fondamentali del diritto internazionale” e non peggiorare il problema. “è essenziale evitare qualsiasi forma di pulizia etnica. E, naturalmente, riaffermerà la soluzione dei due Stati”.
Ma Israele ha già ordinato alle proprie forze armate di preparare un piano che permetta ai residenti della Striscia di lasciare “volontariamente” il Territorio costiero. Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha affermato di accogliere con favore il “coraggioso piano” del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che prevede lo svuotamento della Striscia e il trasferimento di palestinesi all’estero, in particolare in Egitto e in Giordania: “I cittadini di Gaza dovrebbero avere libertà di uscita e di immigrazione, come avviene in tutto il mondo”.
Tajani in visita in Israele: “Noi per i due Stati, ogni altra proposta è sbagliata”
In Medio Oriente come in Italia “dobbiamo essere presenti, dobbiamo svolgere un ruolo attivo per la pace e per far sì che la tregua possa andare avanti, con l’obiettivo finale di poter unificare la Palestina. La posizione italiana è chiara, due popoli e due Stati, il neonato stato palestinese dovrà riconoscere Israele e dovrà essere riconosciuto da Israele. Ogni altra mossa sarebbe velleitaria, sbagliata e direi controproducente”. Lo ha detto il ministro degli esteri Antonio Tajani dal porto di Ashdod per la consegna degli aiuti di Food for Gaza insieme al ministro dell’università e della ricerca, Anna Maria Bernini.
Food For Gaza
Si tratta di un carico di 15 camion e altre 15 tonnellate di beni di prima necessità, acqua e beni volti a contrastare l’impatto dell’inverno. In occasione dell’ultima riunione del tavolo Food for Gaza del 22 gennaio, è stato deciso insieme al ministro Bernini di allargare il perimetro dell’iniziativa prevedendo un maggior numero di borse di studio per giovani palestinesi e il coinvolgimento dei policlinici universitari italiani.
Nell’evidenziare l’incessante l’impegno dell’ Italia, il ministro Tajani ha ricordato lo stanziamento di 104 milioni di euro dopo il 7 ottobre per attività umanitarie, per rispondere alla crisi e per lo sviluppo della Cisgiordania, nonchè per trasporti umanitari. Nel corso della missione, il ministro Tajani incontrerà per la terza volta il ministro degli esteri israeliano Gideon Sàar, dopo la missione a Tel Aviv e Gerusalemme del 20 gennaio e la visita di Sàar a Roma il 14 gennaio scorsi. È previsto inoltre un incontro con militari ed esperti italiani dispiegati in Palestina nelle missioni Eubam a Rafah, Miadit Palestina e Eupol Copps.