Durante la visita alla Casa Bianca, martedì, del Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, il Presidente USA, Donald Trump, ha annunciato un ordine esecutivo per riattivare la campagna di “massima pressione” contro l’Iran. L’ex magnate ha dichiarato di essere incerto sulla firma dell’ordine, ammettendo una certa riluttanza a procedere, poiché l’ordine è particolarmente severo nei confronti dell’Iran. L’ordine incarica il Dipartimento del Tesoro di intensificare la pressione economica su Teheran tramite sanzioni mirate a ridurre le loro esportazioni petrolifere. Durante la sua prima amministrazione, Trump aveva già adottato una strategia simile contro Teheran, imponendo sanzioni più rigide. Anche i legislatori sono intenzionati a intensificare la pressione sull’Iran. Per i senatori Lindsey Graham e John Fetterman tutte le opzioni devono essere considerate per affrontare la minaccia nucleare iraniana. Graham ha sottolineato la necessità di eliminarla immediatamente, invitando gli USA a sostenere Israele nel caso decidesse di neutralizzare il programma di Teheran. Dopo il ritiro di Trump dall’accordo con l’Iran, noto come Joint Comprehensive Plan of Action, nel maggio 2018, sono state ripristinate dure sanzioni. L’accordo del 2015, negoziato dall’amministrazione Obama, aveva revocato le sanzioni in cambio di restrizioni al programma nucleare iraniano. Il Presidente Trump ha espresso ottimismo. “Incontrerò diverse persone nei prossimi giorni”, ha detto Trump parlando a proposito di appoggiare o meno un possibile attacco israeliano alle strutture nucleari iraniane – Speriamo di risolvere la questione senza ulteriori preoccupazioni. L’Iran spera di fare un accordo”. Altri ordini esecutivi firmati da Trump martedì includono il ritiro degli Stati Uniti dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e il taglio dei finanziamenti all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA).